Aggredito a colpi di spranga da una ragazza

L’incubo di un giovane: a processo la sua ex e un complice

Personale del 118 al lavoro

Personale del 118 al lavoro

Massa, 24 maggio 2019 - Dietro l’appuntamento richiesto dalla sua «ex» si nascondeva la peggiore delle trappole. Pochi minuti in stile «Arancia meccanica» sfociati in una brutale aggressione a colpi di spranga, con il furto dell’auto e del cellulare da parte della ragazza con cui aveva avuto tempo prima una relazione, aiutata per l’occasione da un amico.

Vicenda a tinte fosche sfociata con la denuncia presentata dal giovane aggredito (residente a Massa, assistito dall’avvocato Rinaldo Reboa) nei confronti di chi gli ha fatto passare un brutto quarto d’ora finito col ricovero in ospedale. Nei confronti di G.D. (37 anni) e S. L. (35 anni) entrambi di Forte dei Marmi, il sostituto procuratore Roberta Moramarco ha presentato una richiesta di rinvio a giudizio con le accuse di rapina e procurato allarme (per entrambi), lesioni aggravate (G.D) e furto (S.L.). Richiesta accolta dal gup: saranno entrambi processati davanti al giudice monocratico con prima udienza fissata il 4 dicembre al tribunale di Massa.

Secondo le accuse mosse nei loro confronti una sera di maggio del 2017 la ragazza aveva telefonato al giovane apuano con cui aveva avuto in passato una relazione, dandogli appuntamento vicino allo stadio di Carrara dove lei è arrivata in compagnia di un amico versiliese. A muovere i primi passi è stato proprio quest’ultimo appena ha visto arrivare la 500 del giovane massese: con una spranga di ferro ha spaccato il vetro del finestrino lato-guida, poi ha cominciato a colpirlo alle braccia e alle gambe mentre, terrorizzato, cercava di scappare.

Pesantissime le conseguenze dell’aggressione subita che gli hanno causato fratture alle braccia e ferite profonde alle gambe, per una prognosi di un mese. E mentre lui si allontanava la coppia si è impossessata della sua 500 e del cellulare che gli è stato strappato di mano dalla ex. Non contenti hanno pensato bene di concludere la serata di follia con una telefonata al 118, per denunciare una fantomatica aggressione subita dalla 35enne. «Sono incinta e mi hanno dato un pugno alla pancia» ha detto all’operatore del 118: al loro arrivo i soccorritori a bordo dell’ambulanza non hanno ovviamente trovato traccia della presunta aggressione. Da qui l’accusa di procurato allarme di cui dovranno rispondere nel processo.