"Addio pandemia ma i ragazzi soffrono ancora"

Dopo l’emergenza ci sono troppi episodi di violenza in città. L’inchiesta degli studenti del liceo Repetti, cronisti per un giorno

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Dopo due anni di incertezze riguardo la situazione epidemiologica causata dal Covid-19, nell’ultimo periodo la vita è tornata a una sorta di normalità: si tolgono le mascherine, si torna a viaggiare e le discoteche si riempiono. I giovani colgono l’occasione per riprendersi quella parte della loro adolescenza di cui sono stati privati durante la pandemia. Ma non è tutto rose e fiori: i ragazzi sono diventati più irascibili e irresponsabili.

Nei momenti di lockdown in cui varie regioni, o in alcuni casi tutta Italla, erano in zona rossa i ragazzi hanno cercato modi alternativi al vedersi di persona per stare in compagnia. Erano all’ordine del giorno videochiamate, per mantenere i rapporti sociali e non sentirsi soli in un momento molto duro per tutti, nel quale non era possibile vedersi neanche tra i banchi di scuola. Nel corso di tutta la vita ma soprattutto in un periodo spensierato e allo stesso tempo complicato come l’adolescenza, le amicizie sono fondamentali. Come disse Cicerone: "Solem e mundo tollere videntur qui amicitiam e vita tollunt" ossia "coloro che eliminano dalla vita l’amicizia eliminano il sole dal mondo". Dunque in un periodo in cui le relazioni interpersonali senza utilizzo al internet sarebbero state pressoché impossibili è stato quasi paradossale il fatto che si è stati aiutati nei rapporti da un mezzo, il cellulare, che spesso rovina la sana comunicazione tra le persone. Quando ci sono state le riaperture di locali e c’era più libertà, i giovani si sono mostrati propensi a stare insieme e divertirsi, anche se alcune volte andavano contro alle normative Covid vigenti. Ed è successo che alcuni subissero sanzioni amministrative a causa, ad esempio, dello scorretto uso delle mascherine.

Probabilmente la situazione difficile ha favorito l’unione tra le persone e in un certo senso la distanza è servita a creare un legame, poiche – come constatò Erich Fromm – psicologo, psicoanalista e filosofo del XX secolo, le sofferenze promuovo l’unione, la solidarietà e il sacrificio a favore non solo di noi stessi ma della popolazione intera. Tale distanza, che si è protratta a lungo, ha però provocato nell’animo delle persone e soprattutto nei giovani, un maggior senso di libertà, dal quale sono scaturiti diversi eventi spiacevoli anche nella nostra provincia. Normalmente molti giovani si riuniscono il sabato sera nel centro del proprio Comune per fare una passeggiata, mangiare qualcosa o semplicemente stare in compagnia. In quanto appena detto sembra non esserci nulla di male, il problema è che da quando è scoppiata la pandemia alcuni giovani sono diventati particolarmente irascibili e molto più irresponsabili. Per questo, in certi casi per colpa dell’alcool, ogni minimo problema sfocia più facilmente in uno scontro verbale o in rissa. Questa cattiveria è sicuramente un male per la società odierna e fa sì che si verifichino non solo scontri tra coetanei ma anche contro le autorità locali, che devono tener testa a orde di ragazzini inebriati dall’alcool o troppo spavaldi. Tutto ciò provoca un senso di paura tra i giovani più tranquilli che, o perché sono stati vittime di provocazioni o minacce, o per il semplice timore di essere coinvolti in risse, decidono di rimanere in casa ed evitare il contatto con gli altri.

Pagina realizzata da

Sara Conti, Filippo Fiaschi, Irene Rizzi, Fabio Ziino

(Liceo classico Repetti)