Aborto dopo l’amniocentesi: la Cassazione riapre il processo

Contenzioso tra una coppia, l’Asl e il ginecologo che eseguì l’esame al Noa

Gravidanza: donna incinta

Gravidanza: donna incinta

Massa, 18 maggio 2022 -  L’aborto dopo l’amniocentesi alla quindicesima settimana di gravidanza: un dolore senza fine e un contenzioso giudiziario lungo già quattro anni tra la coppia che perse il suo bambino, l’Asl e e il ginecologo che aveva eseguito l’esame. Un contenzioso che ha visto due sentenze annullate ora dalla Cassazione che ha rimandato il fascicolo in Corte d’appello. La coppia nel 2018 si era rivolta al Tribunale sostenendo di aver perso il bambino a causa dell’amniocentesi eseguita con tre prelievi di liquido amniotico invece di uno. Il tribunale di Massa aveva dato ragione, ma solo in parte, ai mancati genitori. Da qui la decisione di rivolgersi alla corte d’appello di Genova che aveva però rigettato la sentenza di primo grado e smontato parte della ricostruzione della vicenda.

Il contenzioso è finito così in Cassazione e la terza sezione civile (presieduta da Giacomo Travaglino, relatore Paolo Spaziani) ha accolto il quinto motivo del ricorso presentato dalla coppia e il ricorso incidentale di Asl e ginecologo annullando la sentenza della corte d’appello di Genova. I giudici hanno disposto che il caso torni sul banco del Tribunale ligure, davanti ad un collegio diverso da quello che aveva emesso la sentenza annullata. Il tutto tenendo conto dei suggerimenti della Cassazione. Una decisione basata sulla rilettura delle carte. Secondo la denuncia della coppia l’esame era stato ripetuto tre volte nel giro di 45 minuti. Dopo l’amiocentesi, appena uscita dal Noa, la donna aveva perso del liquido amniotico ed era rientrata per capire cosa le stava succedendo. I medici avevano disposto l’immediato ricovero, ma la donna era uscita dall’ospedale volontariamente il giorno seguente. Seguì un secondo ricovero, stavolta a Pisa, anche questo interrotto volontariamente dalla donna il giorno seguente. Ad un giorno di distanza il terzo ricovero a Pisa con conseguente aborto.

Per il giudice genovese non ci sarebbero state prove di una correlazione tra l’esame amniotico e l’aborto. Secondo la Cassazione al contrario "il comportamento della donna ritenuto imprudente – si legge nella sentenza – avrebbe potuto al più essere visto come fatto colposo ricorrente con l’errore medico, in funzione di un eventuale risarcimento". Il caso torna dunque alla corte d’appello di Genova e i tempi si allungano.

 

Alessandra Poggi