A Mulazzo la chiesa sarà intitolata a San Nicola

La parrocchia torna all’antico nome del vescovo di Myra che nel Nord Europa è stato storpiato in Santa Klaus, ovvero Babbo Natale

La chiesa di San Nicola, a Mulazzo, durante la festa del Bancarelvino

La chiesa di San Nicola, a Mulazzo, durante la festa del Bancarelvino

Massa, 4 dicembre 2019 - Il 6 dicembre è San Nicola e sarà un giorno importante per la Lunigiana. Con una concelebrazione solenne si ridarà l’antico titolo di San Nicola alla bella chiesa parrocchiale che domina la piazza di Mulazzo dall’alto della scalinata in pietra finora detta chiesa «di San Martino».

Titolo vero e antico, quello a San Nicola, attestato dall’iscrizione dei primi del Trecento che ancora oggi si legge nel coro che gli venne certamente dato dai Malaspina quando, nel 1221, Corrado «l’antico» fece di Mulazzo sede del suo dominio, costruendo il bel palazzo che domina il paese e mettendogli a fianco la chiesa. Chiesa e palazzo medievali che non sono più tali perché rifatti nel Cinquecento. In particolare la chiesa è un elegante rifacimento realizzato a cavallo di Cinque e Seicento secondo i dettami della Controriforma. Perché allora tutti finora conoscevano la chiesa di Mulazzo come chiesa di San Martino? La questione è semplice e intricata insieme. A chiarirla sono stati gli studi condotti dell’attuale parroco, don Marco Giuntini, con Marco Biasini, appassionato cultore della sua chiesa. Per spiegarla saltiamo d’un passo la storia, illustre, di Mulazzo a cominciare da Dante. Andiamo al 1804, l’anno in cui Napoleone promulga l’Editto di Saint-Cloud in cui dispone che per ragioni di pubblica igiene i morti siano sepolti fuori dalle mura delle città.

A Mulazzo per il cimitero si sceglie l’area dove si trova la chiesa di San Martino. Chiesa bella e antica che viene sconsacrata, portandone il titolo nella chiesa della piazza affiancandolo a quello originario di San Nicola. La chiesa perciò diventa la chiesa dei Santi Nicola e Martino. Ma è San Martino che alla fine vince, forse perché legato ai ritmi della campagna col suo essere il giorno dei traslochi dei mezzadri perché era finito il lavoro nei campi e anche dell’Estate di San Martino che segna una tregua dalle piogge, ma anche la maturazione del vino. Così che la chiesa della piazza di Mulazzo finisce in due secoli con diventare solo «chiesa di San Martino», con annessa festa del patrono. Perché allora il 6 dicembre le si ridarà il titolo di San Nicola e Martino? Per ristabilire la verità storica.

Ma prima ancora perché la comunità di Mulazzo vuole mettersi sotto la protezione, non più del solo Martino che dona metà del mantello a chi è più povero, ma anche di San Nicola, antichissimo vescovo di Myra, in Turchia, che alla comunità del paese può dare una prospettiva di futuro perché i suoi miracoli riguardano in primis i bambini. Ciò che lo reso veneratissimo, specie nell’Europa del Nord dove è il Santa Klaus, corruzione del nome olandese «Sinterklaas», appunto San Nicola. Il Babbo Natale che porta ai bambini i doni nella notte più santa dell’anno.

Ma si vuole ricordare che San Nicola miracolò tre giovinette mettendo nelle loro case tre borse d’oro per dargli una dote e farlequindi sposare, perciò la chiesa di Mulazzo è un luogo perfetto per i matrimoni. Infine perché Nicola fece molti miracoli legati al mare, tanto da essere stato detto «Poseidon cristiano». Così da non poter escludere che l’antica devozione dei Malaspina a San Nicola sia all’origine della vocazione di navigatore di Alessandro Malaspina, nato e morto a Mulazzo (1754-1810), che condusse leggendarie spedizioni nei mari di tutto il mondo, realizzando importanti osservazioni scientifiche per conto della Spagna. Alessandro Malaspina che la comunità di Mulazzo vorrebbe rendere punto di interesse culturale e turistico, ad esempio facendo rete col Museo Navale di La Spezia e l’Acquario di Genova, è figura su cui l’editore di Mulazzo Franco Muzzio in questi giorni ha fatto uscire un bel libro. © RIPRODUZIONE RISERVATA