A Massa la burocrazia frena due grossi insediamenti

Un paio di grandi aziende che offrirebbero 120 posti di lavoro non riescono a partire nell’area ex Dalmine. E si rischia di perderle

Il rendering dei due insediamenti

Il rendering dei due insediamenti

Massa, 4 dicembre 2019 - Sono rimasti ormai pochi lotti della zona industriale apuana che possono essere destinati ad attività produttive e fanno tanta gola a importanti aziende del panorama nazionale e internazionale. Spazi ‘vuoti’ dove si possono realizzare grandi progetti capaci di portare sul territorio milioni di euro di investimento e centinaia di posti di lavoro. E c’è chi da tempo sta investendo tempo ed energie per renderli operativi. Non solo sogni e idee ma proposte concrete messe nero su bianco che purtroppo da un paio di anni si stanno scontrando con lacci e lacciuoli della più classica burocrazia italiana, capace di asfissiare anche le migliori intenzioni imprenditoriali. Si tratta di due progetti che riguardano altrettanti lotti all’interno dell’area ex Dalmine: lì si vorrebbero insediare aziende importanti nel panorama della nautica e dei servizi, una che già opera sul territorio apuano e l’altra multinazionale con sedi in tutta Italia. Progetti che porterebbero investimenti dagli 8 ai 10 milioni e in grado di occupare circa 50 e 70 persone a testa. In tutto 120 nuovi posti di lavoro. Tanto per capirci, lo stesso battente occupazionale che al momento ha la Sanac a Massa. Considerando anche l’indotto che si verrebbe a creare, sarebbe molto più che una semplice boccata di ossigeno per la provincia apuana che tanta fame ha di lavoro ormai da decenni.

Della progettazione completa per l’insediamento delle due aziende si sta occupando una società locale di architettura e ingegneria e tutto dovrebbe essere completato entro la fine del 2020 ma ci sono stati tanti intoppi, essenzialmente burocratici, che rischiano di far saltare tutto e perdere investimenti e posti di lavoro. Una vicenda che il sindaco Francesco Persiani sta seguendo da vicino sin dai primi mesi del suo insediamento, per superare tutti gli ostacoli che, di fatto, derivano dal Regolamento urbanistico e dalla revisione delle aree a pericolosità a seguito degli interventi di messa in sicurezza realizzati sul torrente Ricortola, terminati e collaudati oramai dal 2016.

La volontà ribadita dallo stesso sindaco Persiani alle due aziende e alla società apuana che si occupa della progettazione è quella di risolvere la questione entro la fine dell’anno così da chiudere la partita e permettere l’insediamento delle due imprese anche se con un po’ di ritardo rispetto ai tempi previsti. Gli ostacoli, come detto, derivano dal Ru. I due terreni, stando alle carte idrauliche vigenti e alle Nta del Ru, sono ‘investiti’ da due vincoli, oramai solo ‘sulla carta’ che impediscono ogni tipo di costruzione. Con il Ru infatti è stato esteso l’impedimento alla nuova edificazione, non solo alle aree a pericolosità idraulica molto elevata (ex Pime), dove ha una giustificazione, ma anche alle aree a pericolosità idraulica elevata dove andrebbe analizzato ogni caso specifico. Limitazioni imposte da indirizzi programmatici che derivano però dalla precedente amministrazione e che pongono vincoli alla edificabilità senza tenere in alcun conto l’effettiva pericolosità, come invece previsto dalle possibili tà concesse dalla legge regionale.

Per quanto riguarda la revisione delle carte idrauliche, che porterebbe all’eliminazione del vincolo, visto che la richiesta fatta dal Comune alla Regione riguarda la revisione dell’intero territorio comunale, la quantità di lavoro istruttorio è sicuramente maggiore rispetto all’ipotesi di revisione del solo Ricortola, come sembrava in un primo momento prospettarsi. Insomma, per togliere il rischio dalle carte oggi ci vorrebbero forse altri 7 od 8 mesi, tempi che le aziende non possono aspettare. Esiste un’altra strada: una modifica alle Norme tecniche di attuazione del Ru, che recepisca la legge 41 del 2018 della Regione, che consente di costruire nelle aree sottoposte a vincolo a patto che vengano eseguite tutte le operazioni preliminari di messa in sicurezza e non aggravio delle condizioni di rischio in altre aree. Questa sarebbe la strada principale su cui il sindaco e tutti gli uffici interessati starebbero lavorando con impegno per superare il problema, ma il tempo stringe perché c’è da risolvere tutto entro la fine dell’anno per superare la burocrazia e far respirare l’economia apuana, mentre le due società interessate hanno già preannunciato che saranno costrette a cercare insediamenti altrove se la situazione non sarà sbloccata entro questo dicembre. © RIPRODUZIONE RISERVATA