Come può cambiare la manovra 2023: valanga di emendamenti. Novità su superbonus e congedi

Dai partiti di maggioranza sono state richieste 617 modifiche, quasi 1000 dal Pd. Sale da 6 a 8mila euro la soglia di decontribuzione per le aziende che assumono under 35

Roma, 8 dicembre 2022 - Dalle pensioni minime al Pos, dal superbonus ai congedi parentali, fino a nuovi aiuti per le famiglie. Come era prevedibile, sulla manovra economica si è abbattuta la tradizionale valanga di emendamenti. Per la precisione, 3.104 proposte di modifica: 617 portano la firma dei partiti della maggioranza (oltre 200 in più rispetto a quanto concordato con Palazzo Chigi), gli altri quelli dell’opposizione. Il più attivo è stato il Pd, che ha presentato quasi mille correzioni. Ma meno di 1 su 5 arriverà all’esame parlamentare: infatti gli emendamenti segnalati che saranno posti al voto della Commissione Bilancio non potranno superare la soglia dei 450 (200 per la maggioranza e 250 per le opposizioni).

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I dati sulla manovra
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Del resto, le risorse a disposizione per cambiare la manovra sono davvero esigue: poco più di 400 milioni. Così come i tempi per evitare l’esercizio provvisorio sono davvero strettissimi: il via libera della Camera è previsto fra il 22 e il 23 dicembre. Poi la palla passerà al Senato che avrà a disposizione una manciata di giorni per approvare il testo finale senza modificarlo. Ma ecco le modifiche più significative, sulle quali ci sarebbe un sostanziale accordo fra i partiti della maggioranza.

Opzione donna

Si cambia ancora. Non c’è pace per la norma che consente alle lavoratrici di lasciare il lavoro a 60 anni e 35 di contributi. L’ultima ipotesi è quella di eliminare il parametro legato ai figli: 59 anni con un figlio, 58 con due o più. Resterebbe invece in piedi la limitazione a tre categorie di lavoratrici "fragili": quelle con invalidità civile superiore al 74%, caregiver e licenziate.

Pensioni minime

Spunta anche un emendamento per far lievitare le pensioni minime fino ai 600 euro. L’incremento sarebbe però limitato solo agli over 75.

Congedi parentali e aspettative

Due le modifiche che potrebbero avere il disco verde della maggioranza. La prima prolunga il congedo parentale a 3 mesi: il 100% dello stipendio al primo mese, l’80% al secondo e il 30% al terzo; in alternativa l’80% al primo mese ed i successivi al 67%, o ancora il 67% per tutti e tre i mesi. Inoltre, la retribuzione dell’aspettativa obbligatoria all’80% dello stipendio non sarebbe destinata solo alle madri lavoratrici ma ad entrambi i genitori, senza tralasciare le monofamiglie.

Cuneo fiscale

Nella maggioranza si pensa anche ad accogliere la richiesta arrivata da Confindustria e sindacati per fare di più sul cuneo fiscale. L’idea potrebbe essere quella di estendere il taglio di un punto, dal 2 al 3%, per i redditi fino a 35mila euro (attualmente la soglia è di 20mila euro l’anno).

Superbonus

Anche qui le proposte di modifica si concentrano su due capitoli. Il primo è quello di prorogare la scadenza per la presentazione della Cilas (la certificazione di inizio lavori) portandola dal 25 novembre al 31 dicembre 2022 e consentendo, fermo restando che le assemblee condominiali dovranno aver deliberato entro i termini indicati nel decreto aiuti quater, cioè entro il 25 novembre 2022.

Pos e commissioni

Se sul tetto per l’uso dei contati il governo non farà marcia indietro, potrebbe essere invece rivista al ribasso la soglia oltre la quale non scatterebbero le sanzioni per i commercianti che si rifiutano di accettare pagamenti elettronici. Il tetto potrebbe passare da 60 a 30-40 euro. Tutto dipenderà dall’esito del confronto con Bruxelles. Ma fra gli emendamenti della maggioranza spunta invece una sorta di "contributo di solidarietà" da parte delle banche per azzerare le commissioni sotto i 15 euro.

Occupazione giovanile

Fra gli emendamenti presentati anche quello che porta da 6 a 8mila la soglia per la decontribuzione prevista per le aziende che assumono giovani che hanno meno di 35 anni.

Estensione diritti tv

Tra le modifiche a cui il governo e la maggioranza stanno lavorando sembra in discesa la strada per l’estensione dei diritti tv nel calcio: il ministro dello sport Abodi è favorevole all’estensione da tre a cinque anni dei contratti (ma non per quelli in essere) legati ai diritti tv. In arrivo infine anche una stretta contro la pirateria digitale degli eventi sportivi in diretta.