Paolo Hendel e "i nuovi vecchi": un libro per raccontare le fasi della vita

Il conosciuto artista racconta i suoi "anta"

Paolo Hendel

Paolo Hendel

Firenze, 1 agosto 2018 - «Tutto è iniziato il giorno in cui ho accompagnato mia madre a una visita da una geriatra. In sala d’attesa la mamma si fa portare in bagno dalla badante. Un attimo dopo la geriatra apre la porta del suo studio, mi vede e mi fa: ‘Prego, s’accomodi». Paolo Hendel il ritorno. Protagonista di successo di tappe toscane – il 9 agosto sarà a Gavinana (Pt) – con il suo spettacolo su Calvino, che mettono insieme anche la sua prima fatica letteraria, «La giovinezza è sopravvalutata» scritta con l’aiuto di Marco Vicari, autore televisivo e teatrale, e la supervisione della geriatra Maria Chiara Cavallini.

Paolo è accaduto davvero?

«Sì, sto per dire alla dottoressa: “Guardi, c’è un equivoco. Sono qui per mia madre”, sennonché realizzo che i miei amici è da quel dì che non sono più da considerarsi giovanotti. Nella vita i pensieri più seri e profondi scaturiscono spesso da una sciocchezza».

Visto che ci ha studiato, chi è vecchio oggi?

«La società è vecchia: secondo l’Istat, dopo il Giappone siamo il paese con più anziani. Tra un po’ nei cantieri non ci saranno più vecchi che passano tempo a guardare operai, ma vecchi che passano il tempo a vedere altri vecchi al lavoro. E se sentiranno dire attento al tubo, non saranno le condutture, ma il catetere».

Dicono che i 60enni di oggi siano i 40enni di ieri.

«E’ così, il tempo fa strane cose. Pensa solo alla menopausa: arriva a metà della vita di una donna per portarla oggi verso una fase nuova, pimpante. Frizzante».

E lei Hendel?

«Io sono molto contento di essere stato giovane, mi sono trovato bene e se mi dovesse ricapitare lo rifarei volentieri. Ma ho scritto questo libro per dire che mi piace anche il dopo e che non è vero che tutto finisce con la giovinezza».

Gioisce di avere una certa?

«In qualche modo sì: penso che la vita abbia valore in tute le sue fasi, e la vecchiaia è una di quelle. Ma l’importante è non sentirsela addosso».

L’età in cui si può dire di essere vecchi?

«Io vedo che oggi c’è un rimandare la vecchiaia che è anche esagerazione. Quanti anni ha tuo padre? 85? Cavolo, ma è molto giovane. Questo atteggiamento giovanilista a oltranza di uno che si sente sempre ragazzo, fa ridere».

Gli anni passano Hendel.

«Esatto e visto che si fa tanta fatica per arrivarci che almeno ci venga riconosciuta».

E lei quanti ne ha?

«Io 66 e l’idea di essere un quasi settantenne mi colpisce. Anzi, mi sorprende. Penso a malattie come l’ Alzheimer, quando il cervello manda in prescrizione le cretinate che hai fatto: perchè è vero che gli esami clinici non finiscono mai».

Altre tappe per vedere Paolo Hendel saranno: il 10 agosto alla Festa dell'Unità a Livorno il 7 settembre a Ravenna alla Festa dell'Unità il 9 settembre a Milano, Tempo delle Donne il 22 settembre a 'Pordenonelegge'.