Firenze, 9 novembre 2022 - La prima notizia è una conferma: per il ventesimo anno consecutivo (più i due dei primi anni Novanta, certo) Firenze e la Toscana restano nell’olimpo dei "tristellati". Perché sono venti anni che la "Rossa", la Guida Michelin, bibbia del gusto temutissima da chef e ristoratori e seguitissima dai buongustai, assegna il terzo "macaron" all’Enoteca Pinchiorri. E l’annuncio sul palco della Franciacorta, dove si è tenuta la presentazione, recita i nomi degli chef, Riccardo Monco e Annie Féolde: alla faccia di fake news e falsi scoop, Lady Tre Stelle non abbandona il timone della cucina di via Ghibellina, dove opera da molti anni come executive Riccardo Monco con Alessandro Della Tommasina. C’è anche qualche altro piccolo premio, per la Toscana, che – malgrado critiche talvolta ingenerose – agli occhi degli ispettori della Rossa mantiene una sua dignità, se è vero che per numero di stellati conserva il quarto posto (a quota 41) dietro Lombardia, Campania e Piemonte, aumentando di una unità il numero dei ristoranti con una stella, e regge – quarto posto – nella lista dei Bib Gourmand, le trattorie di gran qualità dove si fa tradizione e non si tira il collo, che passano da 24 a 25. Anche se non mancano le delusioni. I due stelle restano cinque, e vale la pena citarli ancora tutti: Il Santa Elisabetta dell’Hotel Brunelleschi a Firenze; Arnolfo a Colle Val d’Elsa; Bracali a Ghirlanda di Massa Marittima; Caino a Montemerano; Il Piccolo Principe del Grand Hotel Principe di Piemonte a Viareggio. Cinque chef di grande esperienza e di tanta passione, che coniugano tecnica, tradizione, creatività, rispetto delle materie prime e stagionalità, al punto di meritare un simile riconoscimento. Crescono di uno i monostellati (quota 35). Poco da dire su Vito Mollica: rientrato a Firenze ai fornelli dello Chic Nonna nel Palazzo Portinari Salviati riagguanta subito la stella che aveva al Four Seasons (dove la mantiene comunque il suo successore Paolo Lavezzini). E poco da dire anche di Antonino Cannavacciuolo: appena aperto, il suo Cannavacciuolo Vineyard a Terricciola si prende subito il macaron con il giovane Marco Suriano, under 35 come un altre neostellato, Niccolò Palumbo del Paca di Prato. Lo stesso Cannavacciuolo festeggia lasua prima terza stella ricevuta dal ristorante Villa Crespi di Orta San Giulio, in Piemonte. A completare la rosa delle new entry, ecco Campo del Drago con Matteo Temperini a Montalcino e il bel progetto Terramira dei fratelli Scapecchi, Filippo in cucina e Lorenzo in sala, a Capolona in Casentino. Dispiace per le stelle volate via: I Salotti a Chiusi, La Leggenda dei Frati a Firenze, La Magnolia dell’Hotel Byron a Forte dei Marmi, Perillà a Castiglione d’Orcia e Meo Modo di Borgo Santo Pietro a Chiusdino. Gran ritorno in Liguria: riprende la stella la Locanda delle Tamerici di Ameglia, che fu il regno del grandissimo Angelo Paracucchi, grazie all’ erede Mauro Ricciardi. La conferma che ci voleva.