Lunedì 29 Aprile 2024

Batman finisce a processo. "Colpevole, con attenuanti"

Alla Scuola Sant’Anna di Pisa i giuristi portano alla sbarra l’uomo-pipistrello. "Un fuorilegge altruista, avrebbe il minimo della pena"

L'uomo pipistrello è un fuorilegge

L'uomo pipistrello è un fuorilegge

Bologna, 22 novembre 2019 - Batman è sicuramente un fuorilegge. "Per le sue bat-azioni, l’Uomo Pipistrello più amato del mondo, ideato da Bob Kane e Bill Finger, meriterebbe la condanna. Ma senz’altro godrebbe dell’attenuante di aver agito “per motivi di particolare valore sociale e morale“, spinto da un “movente di tipo altruistico e nobile“". Con un buon avvocato, insomma, il nostro se la caverebbe con il minimo della pena. E poi, ora che ha 80 anni suonati, avrebbe al massimo agli arresti domiciliari, da scontare tra gli agi di Villa Wayne, la lussuosa casa a picco sulla scogliera, nella periferia di Gotham City. Il ‘verdetto’ è arrivato mercoledì sera al termine di un singolare “processo non processo“ al Calvaliere Oscuro, celebrato nell’ambito del seminario In Law and Pop, ideato dal team di giuristi Stals (Sant’Anna Legal Studies), dell’Istituto Dirpolis (Diritto, Politica, Sviluppo) della Scuola Superiore Sant’Anna di Pisa, condotto da Giuseppe Martinico (docente di Diritto pubblico comparato alla Scuola Superiore Sant’Anna) e Marco Teti (docente di Letteratura, arte, musica, spettacolo all’Università eCampus), introdotti e moderati da Paolo Addis (assegnista di ricerca in Diritto Costituzionale alla Sant’Anna).

"Abbiamo voluto organizzare questa occasione particolare – spiega il professor Martinico – per celebrare gli 80 anni di un paladino della giustizia, un “guardiano della notte“, ma che con il diritto e la legge ha anche un rapporto complesso. Non è un villain, ma forse a volte agisce da fuorilegge, almeno in alcune delle storie del suo universo narrativo". Nel seminario, i due studiosi hanno quindi affrontato il problema del rapporto fra diritto e giustizia negli universi narrativi di Batman, in particolare guardando alle trasposizioni cinematografiche (i lavori di Tim Burton e Christopher Nolan, innanzitutto), ai fumetti (fra tutti the Killing Joke, Batman. Year One e Batman: The Dark Knight Returns) e ai film di animazione e alle serie televisive.

Accusa: "Anche in un mondo senza giustizia la legge è sovrana" 

"Un delinquente sì, ma che contrasta il crimine e lo combatte con gli stessi mezzi e la stessa brutalità". Batman non può tecnicamente essere assolto, è vero, ma neppure può essere condannato senza appello. Perché se di delinquente si tratta, è un delinquente tollerato dallo Stato e, anzi, dallo Stato autorizzato ad agire. "Nasce come detective – spiega Giuseppe Martinico – , che lavora nelle pieghe e nelle piaghe della società, utilizzato dal commissario Gordon, per fare il lavoro sporco". Opera in un contesto – la tentacolare Gotham City – in cui l’autorità pubblica non riesce a garantire la sicurezza, e la stessa polizia cerca la cooperazione del Cavalierie Oscuro, anche coprendolo e piegando le regole a proprio vantaggio. Batman mette in dubbio l’idea moderna dello Stato e il suo monopolio sull’uso legittimo della forza. Il bat-segnale, con cui le forze di polizia e Gordon chiedono l’aiuto di Batman, è la prova che il suo ruolo di vigilante privato è “istituzionalizzato“: in particolare nel film Il Cavaliere Oscuro serve ad avvertire e spaventare i criminali della zona, avvisandoli che c’è l’Uomo Pipistrello a vegliare sulla sicurezza di Gotham City. Altro elemento a parziale difesa di Batman è quel suo essere fedele ad un suo codice d’onore: Batman non uccide. Neanche i criminali che combatte. È una regola che lo distingue non solo dal suo antagonista principale, il Joker, ma anche dal precedente vigilante che imperversava a Gotham, il Mietitore. Una regola a cui il Cavaliere Oscuro non verrà mai meno

Difesa: "Combatte il crimine a Gotham City per conto dello Stato" 

Tutto per un trauma infantile. Lo choc di un bambino, una sera di giugno, che va al cinema a vedere Il segno di Zorro in compagnia di mamma e papà e, una volta uscito, si ritrova all’improvviso orfano, perché un criminale, Joe Chill, gli uccide entrambi i genitori davanti ai suoi occhi durante una rapina. Come accade per molti criminali, anche per l’Uomo Pipistrello, questo il suo modo di agire “border line“, spesso contro e al di sopra della legge, affonda le radici nell’infanzia. Prima Frank Miller (nella graphic novel Il ritorno del Cavaliere Oscuro 1989), poi Tim Burton, affrontano l’aspetto psicologico nella genesi del personaggio: Batman nasce come forma estrema di reazione al trauma subito. Quel giorno, anzi quella notte, per Bruce Whayne, alias Batman, l’unico obiettivo, lo scopo della vita, diventa quello di ritrovare l’uomo che gli ha portato via i genitori, di combattere i criminali con lo scopo di rendere la città di Gotham un luogo più sicuro. "E il suo personaggio – spiegano i giuristi di In the Law and Pop – simboleggia una sorta di “rovescio della medaglia“, quasi il contraltare, di Superman. Batman è umano, non dispone di superpoteri. Dispone solo di molti mezzi e altrettanta fredda determinazione. Se Superman, l’alieno, incorona la metafora dell’american way of life, dello straniero che si inserisce nella società e concretizza il sogno americano, Batman è l’emblema del patrimonio, del capitale e materializza la difesa della proprietà. Batman è potente e viola la legge, ma lo fa in un mondo in cui non c’è giustizia. "È un criminale – chiosa Martinico – , ma in una società in cui chi è chiamato a rappresentare la giustizia, è a sua volta un criminale. Il Cavaliere Oscuro viola le leggi, ma non è al di sopra della legge. E in un’aula di tribunale sarebbe sicuramente condannato".

 

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