"Il mio amico Mancio... E’ una persona stupenda"

Nicola Zanone, versiliese di adozione, ha visto crescere il tecnico campione d’Europa alla Sampdoria: "Si vedeva che aveva qualcosa in più degli altri"

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Con Roberto Mancini ha giocato, di Evani è amico e con Chicco c’è una il contatto continuo in Versilia dove entrambi risiedono. Nicola Zanone può raccontare a pieno titolo i due condottieri azzurri che hanno portato l’Italia in cima all’Europa dopo una fantastica cavalcata.

Nicola, tu nel 1982 eri alla Sampdoria quando arrivo quella giovanissima promessa che era Mancio acquistato dal Bologna per quattro miliardi quando aveva solo 18 anni.

"Si vedeva già allora che Roberto era un giocatore straordinario. Aveva una tecnica pazzesca e anche una grande velocità. In quello stesso anno a Genova arrivò anche l’inglese Trevor Francis che era un altro attaccante che faceva impazzire gli avversari. A completare il reparto eravamo io e Alviero Chiorri, ed era un quartetto pieno di fantasia. Roberto capì subito che oltre a dimostrare la sua tecnica doveva anche essere più concreto e non cercare solo il numero ad effetto fine a se stesso. Era difficile fermarlo. Alla prima giornata battemmo subito la Juve di Platini e Boniek".

La stagione successiva al posto di Chiorri c’è Marocchino, altro tipo al quale era difficile togliere il pallone. Come la stagione precedente c’era molta Toscana e molta Versilia in quella Samp perché l’allenatore della prima squadra era Renzo Ulivieri, il vice il camaiorese Giampaolo Piaceri e il tecnico della Primavera Marcello Lippi.

"Subito nei primi mesi a Genova Mancini è maturato sia come giocatore che come uomo. Aveva la stoffa del leader e non per nulla poi con Gianluca Vialli e uno quello splendido gruppo ha portato lo scudetto alla Samp. Sia in campo che fuori dal campo Mancio è sempre stato una persona generosa. Ha avuto una grande sfortuna. Da giocatore vista la concorrenza spietata in quel ruolo non ha potuto fare quelle presenze in azzurro che meritava. Comunque si sta rifacendo ampiamente da tecnico".

Dopo due stagioni arriva quella dell’84-85. Bersellini in panchina al posto di Ulivieri.

"Noi e dico tutti i giocatori compreso Mancini, come tutti quelli che hanno vestito la maglia blucerchiata, abbiamo avuto con la proprietà, la famiglia Mantovani, un rapporto straordinario. Era arrivato Vialli, io mi allenavo con Marcello Lippi alla Primavera. Ho vissuto qualche mese in casa di Mancini a Quarto e poi sono andato al Perugia ma tra noi è rimasta una grande amicizia".

Come quella che ti lega a Chicco Evani?

"Chicco alla Samp ci è arrivato dopo ma ci conosciamo da tempo e poi in Versilia ci incontriamo spesso. Quello composto da Mancio e lui in Nazionale è un binomio perfetto. Si integrano uno con l’altro. Le qualità da tecnico oltre che da giocatore Chicco le ha manifestate anche nel corso allenatori che ho fatto con lui. E’ una presenza poco appariscente ma indispensabile".

Enrico Salvadori

Nella foto, Nicola Zanone abbraccia Mancini dopo un gol ai tempi in cui giocavano insieme alla Sampdoria