Cessione della Lucchese, frenata da Sidney

Giornata convulsa anche a causa delle molte voci imprecise sugli acquirenti. Prima parla il presidente Vichi, poi si fa sentire la famiglia Scali

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Potrebbero allontanarsi i tempi per la cessione della Lucchese, stando almeno alle dichiarazioni arrivate via e-mail ieri pomeriggio alle 16.22 dall’Australia a firma di Nicky Scali, l’imprenditore calabrese da anni trapiantato dall’altra parte del mondo indicato come il prossimo, probabile, proprietario della società rossonera.

Quella di ieri è stata una giornata convulsa che si è aperta con l’ennesima precisazione da parte del presidente della Lucchese Alessandro Vichi in merito alla notizia – apparsa su altri organi di stampa – dell’interessamento ad acquistare la Lucchese da parte della Scali Forniture come azienda e non come singola persona.

In realtà noi avevamo ben specificato la cosa, domandandoci, tra l’altro, chi, tra i soci rossoneri, aveva pensato di… scomodare, per così dire, il facoltoso imprenditore di origini calabresi, che se ne stava tranquillo, dall’altra parte del mondo, seduto in un suo comodo divano, nella casa di Sidney?

E ancora. Chi aveva fatto da “gancio” con l’Australia e quale sarebbe l’interesse di Scali a venire a fare calcio in una “piazza” dal vecchio blasone illustre, ma che oggi polarizza l’interesse di poco meno di 2mila spettatori?

E infine: come farebbe Scali a gestire la squadra da migliaia di chilometri di distanza? Qualcuno dovrà pure dare una risposta a questi legittimi interrogativi, dal momento che in ballo c’è la maggiore squadra di calcio della città. E’ vero che il nuovo proprietario metterebbe un amministratore delegato, un commercialista, un avvocato, un direttore per la parte sportiva, che ovviamente dovrebbero vivere a Lucca, ma oggettivamente non è la stessa cosa che avere la presenza del presidente in prima persona.

Comunque sia, ad oggi la situazione è questa: la società rossonera è ancora nella disponibilità di Vichi e soci e sarà ceduta al signor Scali, solo quando quest’ultimo verrà a Lucca a firmare l’atto di acquisto di fronte ad un notaio e andrà in banca a rilevare la fideiussione stipulata da Deoma e C.

Solo in quel momento la proprietà della gloriosa Lucchese Calcio diventerà, per così dire, australiana.

Come detto, nel pomeriggio è arrivata in redazione questa e-mail da Sidney a firma Nicky Scali: "Facendo riferimento a dei recenti articoli apparsi sui media (giornali cartacei e online) desidero chiarire che il Sig. Anthony Scali e la società australiana Nick Scali Furniture non hanno assolutamente alcun interesse e nessun collegamento con il gruppo che è stato menzionato come parte potenzialmente interessata all’acquisto della squadra di calcio Lucchese 1905. Al contrario un gruppo di investitori di cui fa parte anche la mia persona, ha manifestato un interesse per la Lucchese 1905 e siamo attualmente in una fase istruttoria di analisi e studio".

"A causa dei recenti sviluppi e della continuazione della segnalazione di informazioni imprecise - aggiunge Scali - questa fase di analisi è stata sospesa fino a nuovo avviso".

La lettera, poi, prosegue con una perentoria richiesta di rettifica, evidentemente però rivolta ad altri organi di informazione. Infine, Scali aggiunge: "Spero che nel prossimo futuro ci possa essere la possibilità che un gruppo di investitori internazionali possa dare un contributo al consolidamento ed alla crescita della squadra di calcio di Lucca perché crediamo che i tifosi e i cittadini lo meritino davvero".

"Nel frattempo ed in attesa di sviluppi - conclude la mail - auguro una buona fortuna agli attuali dirigenti e tifosi della Lucchese in vista della prossima stagione calcistica".

L’ultima frase sembra preludere ad un disimpegno e allora perché non riprendere in considerazione la “cordata” italiana?

Emiliano Pellegrini