Lucchese, il brivido di giocare con la Juventus. Parlano i doppi ex: Mattiello e Lippi

Si gioca al Porta Elisa domenica alle 16,30

Federico Mattiello e Marcello Lippi

Federico Mattiello e Marcello Lippi

Lucca, 25 ottobre 2018 - E così arrivò la partita dei sogni. Lucchese-Juventus. A leggerle una a fianco all’altra viene da stropicciarsi gli occhi. Ma il risveglio, dopo decenni di torpore, ha un leggero retrogusto amarognolo. Perché il palcoscenico non è quello più ambito e sperato da generazioni (la Serie A) ma quello - diciamolo pure - più deprimente, ovvero la Serie C. Ma si tratta pur sempre della Juventus, anche la Under 23. Stessa maglia, stesso prestigio, anche se la categoria resta quella di sempre. Sarà comunque un evento speciale, capace di attirare grande interesse e infiammare la tifoseria. Non solo quella lucchese. Anche i supporter bianconeri, infatti, complice una strana congiunzione dei calendari, potrebbero riversarsi al Porta Elisa. La squadra di Allegri, meno di 24 ore prima di Lucchese-Juventus, sarà di scena al Castellani di Empoli. A 50 km di distanza dal Porta Elisa. Probabile che molti tifosi bianconeri decidano di pernottare in Toscana per sostenere i ‘ragazzi’ il giorno successivo. Se così fosse, sarà ancora più suggestivo. I sostenitori della Lucchese attendono questa partita da 66 anni. L’ultima volta al Porta Elisa finì 0-0. Ma erano decisamente altre ere calcistiche. Adesso lo scenario è diverso, ma il prestigio è intatto. Perché Lucchese-Juve non sarà mai una partita come le altre. E chissà che respirare queste sfide, viverle sul campo e sugli spalti, non possa restituire alla Lucchese il vigore di un tempo. Continuare a sognare che un giorno la sfida sarà ad alti livelli, del resto, non costa nulla.

MATTIELLO: "SPERO IN UN PARI. CHE EVENTO PER IL PORTA ELISA"

di Alessandro Pistolesi 

HA IL CUORE spaccato a metà. Un po’ bianconero, un po’ rossonero. Diciamo così: rosso-nerobianco. Federico Mattiello gioca Lucchese-Juventus in anticipo, anche se farlo sbilanciare è impossibile. Per lui, doppio ex, è una partita che evoca ricordi indelebili. Ritagli di vita calcistica che resteranno per sempre nella sua memoria. Ha vestito entrambe le maglie in pieno stile Mattiello, con impegno da professionista esemplare. La Lucchese rappresenta la sue radici: qui è cresciuto e maturato. E da qui ha spiccato il volo, proprio verso Torino, sponda Juve, con cui ha collezionato trofei a livello giovanile e ha esordito in Serie A. Sì, per Mattiello, scegliere per chi tifare domenica, è un esercizio che assomiglia a un rompicapo. Senza risposta.

Se cinque anni fa le avessero detto che nel 2018 la Lucchese avrebbe affrontato la Juventus?

«Avrei pensato a uno scherzo, di sicuro non ci avrei mai creduto - esordisce Mattiello - Non mi sono mai immaginato una partita così. Anche perché negli ultimi anni la Lucchese ha sempre navigato nelle difficoltà. Mentre la Juve è un club proiettato nel futuro, avanti anni luce. Non a caso è stata la prima a dotarsi di una squadra Under 23».

Favorevole o contrario alle seconde squadre?

«Favorevole. Perché danno la possibilità ai giovani che non trovano spazio di accumulare esperienza e restare nella cerchia del club. E poi, squadre così non fanno altro che dare prestigio al campionato di Serie C. È normale che si crei attenzione quando in campo scende la Juve, squadra A o B non fa differenza. Per la Lucchese e i suoi tifosi la gara di domenica sarà un grande evento. Giusto e bello sia così».

E per Mattiello che partita sarà?

«Una gara dalle sensazioni contrastanti. Spero in un bel pareggio. Sono legatissimo ai colori bianconeri, da bimbo ero simpatizzante juventino, anche se non sono mai stato un tifoso sfegatato. Però se vincesse la Lucchese sarei contento, sarebbe una bella soddisfazione per la città. Seguirò la partita a distanza, tenendomi in contatto con i ragazzi della Juve».

Il ricordo più bello con la maglia rossonera?

«La finale di campionato regionale vinta con Renato Roffi, nei Giovanissimi. Era l’anno prima di andare alla Juve, mister Roffi fu fondamentale per la mia crescita, sotto ogni punto di vista».

E il momento a cui è più legato degli anni juventini?

«Difficile scegliere, ma la prima stagione con Allegri è stata insuperabile, il periodo più bello della mia carriera. Gli allenamenti con campioni come Buffon e Tevez erano una scarica di adrenalina pazzesca. A ripensarci mi vengono i brividi...».

Il sogno è tornare alla Juve?

«Adesso sono del Bologna, il mio unico pensiero è fare bene qui. La Juventus potrebbe esercitare il diritto di recompra. Ma davvero: non ci penso e guardo solo al presente».

Quale futuro invece per la Lucchese?

«Negli ultimi anni non c’è stata una società solida, non puoi cambiare proprietà ogni tre per due. Serve un progetto serio e solido economicamente. Solo così la città può togliersi le soddisfazioni che merita».

La scheda. Prima 4 anni di Valdottavo poi il balzo nei rossoneri. E da lì, la carriera di Mattiello (Barga, 1995) decolla. Entra nelle giovanili della Juve. Qui in Primavera vince nel 2013 Coppa Italia e Supercoppa. Il 3 luglio 2017 viene ceduto alla neopromossa Spal, con cui colleziona 31 presenze. Il 31 gennaio 2018 passa all’Atalanta e lo scorso luglio vola al Bologna. Con i rossoblù segna il primo gol in carriera contro la Roma. 

LIPPI: "SARA' UNA PARTITA APERTA, IN C NON SONO COSI' IMBATTIBILI"

di Luciano Nottoli

UNA PARTITA, quella di domenica fra Lucchese e Juventus, anche se i bianconeri sono della squadra B, Under 23, che riporta alla storia. Perché fra le due società ci sono stati diversi scambi di giocatori e anche un allenatore che ha guidato le due squadre. Marcello Lippi, nella stagione 1991-‘92 è stato sulla panchina della Lucchese in serie B, portando la squadra al 6° posto, poi passò all’Atalanta, quindi al Napoli, infine alla Juventus, andando a sostituire Trapattoni: guidò i bianconeri dal 1994 al 1999, per passare all’Inter e ritornare in bianconero. Poi, l’avventura in azzurro culminata con il Mondiale del 2006

Cosa pensa Lippi dell’inserimento in serie C delle formazioni giovanili di serie A?

«In generale sono favorevole che le seconde squadre di A si siano iscritte a questo campionato, anche se quelle di Lega Pro non sono tanto d’accordo perché i giocatori della Primavera avrebbero voluto averli loro, in prestito. Invece le compagini di A ritengono positivo fae maturare certi giovani in un campionato di C».

La Juve potrebbe essere candidata alla promozione in B.

«Può darsi. I giocatori bianconeri non li conosco, leggo che hanno provocato qualche rigore, perso però 4-0 contro la Carrarese. Ma stanno facendo una bella esperienza e questo lascia spazio e speranze alle avversarie. Lucchese compresa. Non so con quale stato d’animo una squadra di C affronta la Juventus».

Lei coi bianconeri ha ottenuto grandi soddisfazioni...

«Ho avuto la fortuna di allenare una grande squadra. Abbiamo vinto 5 scudetti, la Champions League, una Coppa intercontinentale e Coppa Italia».

E poi ha guidato la nazionale italiana dal 2004 al 2006, vincendo la Coppa del mondo.

«La più grande soddisfazione per un tecnico. E un italiano».

Alla Lucchese come si trovò?

«Presi il posto di Orrico, grande tecnico che passò all’Inter. Con i rossoneri avevo chiuso la mia carriera di calciatore in C2, dopo gli anni alla Pistoiese, anche se sarei dovuto tornare alla Sampdoria. Da giocatore arrivai alla Lucchese, un po’ tardi e mi resi conto che in C si fanno brutte figure, specie all’inizio. Poi, presi ad allenarmi come si deve e conclusi la stagione. Da allenatore guidai la Carrarese, il Cesena, quindi venni chiamato dalla Lucchese di Maestrelli e del direttore sportivo Vitale. Giocammo un bel campionato e arrivammo sesti».

E come si è sentito un viareggino, sulla panchina dlela Lucchese?

«Io, certe cose le supero. I lucchesi ci considerano bagnini, e noi replichiamo che sono dei mezzadri. Ma a Lucca sono stato bene e ho tanti amici. E poi in venti minuti ero al Porta Elisa. La società era grande, ben organizzata, con un presidente e un diesse col quale sono andato d’accordo».

Lei ha scoperto molti talenti...

«Ne ho allenati tanti. Da Del Piero a Sousa, da Zidane a Vialli. E tanti altri che sono stati grandi».

Ora lei è commissario tecnico della nazionale cinese. Fino a quando resterà?

«Ho un contratto che mi lega fino al 31 gennaio 2019, ovvero fino alla fase finale della Coppa d’Asia. Mi hanno offerto un altro contratto di 4 anni per i Campionati del mondo 2022, ma ho deciso di venire via. Ho voglia di riposarmi nella mia Viareggio, la Cina è troppo lontana. E così aspetto qualche richiesta. Non da società, semmai potrei guidare qualche squadra nazionale».

La scheda. Marcello Lippi (Viareggio, 12 aprile 1948) è un allenatore, dirigente sportivo ed ex calciatore, oggi commissario tecnico della Cina. Il ‘Paul Newman’ del calcio italiano è stato 5 volte campione d’Italia con la Juventus nei due periodi in cui l’allenò (1994-1999, 2001-2004), ct dell’Italia dal 2004 al 2006 con cui vinse la Coppa del Mondo e dal 2008 al 2010. Nel 2007 il Times lo ha inserito nella lista dei 50 migliori allenatori del mondo.