Lucca, 4 marzo 2014 - Chi è pratico del gioco del ramino sa benissimo che, in un mazzo di carte, c’è anche un jolly. E’ quello che ha pescato Guido Pagliuca, ad un quarto d’ora dalla fine della ruvida gara del «Riccardi» di San Colombano, quando ha deciso di gettare nella mischia, dopo De Luca, anche Raicevic. E l’attaccante montenegrino, maglia numero 17, grazie ai suoi 192 centimetri, ha sfruttato una punizione dalla destra per salire in cielo e schiacciare di testa il pallone che è finito alle spalle del portiere Ghizzinardi, permettendo, così, alla Lucchese, di conquistare la nona vittoria esterna della stagione, ma, soprattutto, di rispondere alla Correggese che ha… passeggiato a Riccione, vincendo per 8 a 0, con una tripletta di Gucci, ma anche con una doppietta del superbomber Luppi, tornato in squadra dopo oltre un mese di assenza.

Ma chi è Filip Raicevic, uomo copertina di questa settimana in casa rossonera? Ecco la sua carta di identità. E’ nato a Podgorica, capitale del Montenegro, il 2 luglio 1993. Dal 2008 al 2011 ha militato nel FK Partizan di Belgrado; quindi, dal 2012 al 2013, è passato all’Ofk Petrovac Montenegro. Nella scorsa stagione è venuto in Italia, allenandosi con il Carpi, in Lega «Pro», ma non è mai stato tesserato. In seguito è tornato in Belgio, al Rrfc Montegnee. Raicevic, che ha, dunque, doppio passaporto, ha collezionato 3 presenze nella nazionale Under 17 del Montenegro. Portato a Lucca da Bruno Russo, ha iniziato ad allenarsi con la squadra, in attesa del trasfer che è arrivato venerdì scorso. «Non vedevo l’ora di giocare — ha dichiarato Raicevic fuori dagli spogliatoi del “Riccardi”— e, quando il mister, alla vigilia della partita del San Colombano, mi ha detto di tenermi pronto, mi sono reso conto che, forse, avrei rimesso i piedi in campo dopo più di un anno. Onestamente, però, non credevo di segnare, oltretutto un gol che ha permesso alla squadra di conquistare tre punti fondamentali nella rincorsa alla capolista». Ecco il racconto del gol, fatto direttamente dall’attaccante slavo: «Ricordo solo di essere stato abbracciato da tutti i miei compagni, compresi quelli della panchina, con il mister in testa. E’ stata una gioia incredibile, che mi ha ripagato di tanti sacrifici fatti per poter tornare a giocare. Ringrazio la società, Russo e Rosadini per avermi dato questa chance e, naturalmente, spero di essere ancora utile alla causa, sapendo benissimo che devo migliorare sotto l’aspetto tatttico». Sarà sicuramente così, però è innegabile che, con quel fisico che si ritrova, Filip Raicevic è, da domenica scorsa, un’«arma» in più a disposizione di Pagliuca.