Da Buenos Aires al San Francesco. Il gran ritorno di Beatrice Venezi

Reduce da una tournée in Argentina, domani sera a Lucca dirigerà l’Orchestra regionale toscana nel concerto-omaggio all’avvocato Giovanni Cattani, nella ricorrenza dei dieci anni della morte

Beatrice Venezi

Beatrice Venezi

Lucca, 16 novembre 2021 - Da Buenos Aires a Lucca. Beatrice Venezi, direttore d’orchestra lucchese, è appena rientrata dalla sua ultima esibizione in Sud America – nell’ambito del cinquantesimo della Fondazione Coliseo che gestisce l’omonimo teatro della capitale argentina e i cui legami con l’Italia non si sono mai spezzati – che sarà di scena proprio nella sua città nell’ambito della commemorazione dello scomparso presidente della Fondazione Cassa, Giovanni Cattani, con un concerto che si terrà domani sera alle ore 21 in San Francesco insieme all’Orchestra della Toscana. Poi sarà tempo di rifare le valigie: Venezi è attesa in sequenza da impegni a Napoli, Milano, Cagliari. Poi dall’uscita del suo nuovo disco dal titolo "Heroines" dedicato alle eroine dell’opera.

E’ reduce da un nuovo successo in Argentina, una performance diversa dalle solite per tanti motivi. "E’ stata una grande emozione: il teatro Coliseo non è solo un teatro italiano ma sorge su una porzione di terra ancora di proprietà dell’Italia. E’ stato un concerto per mettere in luce le radici tra i due popoli che sono molto forti e salde. Non a caso il programma è stato metà con musica argentina e metà italiana con incursioni nella musica di oggi. Sono stata la prima artista italiana a tornare in Argentina dopo due anni di lockdown". Mercoledì terrà un suo concerto in San Francesco per ricordare l’avvocato Cattan: mancava da tempo da Lucca. "Era dal 2019 se non sbaglio che non dirigevo qui, in quel caso fu al Teatro del Giglio, è la prima volta che mi esibisco nella chiesa di San Francesco e sono molto felice di onorare la memoria di una persona che ha avuto una importanza notevole per la mia città. Mi ha fatto molto piacere che sia stata scelta da un’istituzione fondamentale per Lucca, anche perché non sono abituata a ricevere riconoscimenti da parte delle istituzioni pubbliche della mia città". Quali musiche verranno eseguite in San Francesco? "Sarà un concerto dedicato al classicismo con i tre maggiori capostipiti: da Mozart a Haydn e al primo Beethoven. Come solista ci sarà Luca Betti, prima tromba dell’Orchestra della Toscana e che è anche lui lucchese. Verranno eseguite pagine molto note ma anche altre, come la sinfonia numero 39 di Mozart, meno conosciute ma che amo particolarmente per l’umorismo interno e per la sua brillantezza e virtuosismo. Ci tengo venga apprezzata anche dal pubblico lucchese". Come vede Lucca dal suo osservatorio in giro nel mondo? "Mi pare sia tutto in una situazione di stallo, mi spiace che sia così anche sotto il profilo culturale, il cui unico segnale di ripresa è stato dato dall’edizione dei Comics; nonostante se ne parli da anni, non mi pare sia ancora chiaro nemmeno il destino del Teatro del Giglio che dovrebbe essere il centro pulsante dell’attività culturale cittadina". Mentre lei era in Argentina qui a Lucca è scoppiata l’ennesima polemica tra Lucca e Viareggio sul centenario della morte di Puccini. "Lucca non ha una visione chiara di dove andare a parare, credo che a Lucca andrebbe dato un ruolo centrale, ma mi pare manchi la volontà politica. Il non giocare di squadra è una questione che si perde nella notte dei tempi, ora esacerbata dalla ricorrenza del Centenario. Ma va trovata una sinergia che unisca tutti e riconosca la leadership di Lucca: mi pare si stia andando nella direzione opposta". A proposito di Puccini: in Gran Bretagna nelle scorse settimane si è fatto un gran parlare di rivisitare in chiave politicamente corretta le sue opere, a partire dalla Butterfly: qual è il suo giudizio? "E’ un errore, prima di tutto perché ci sono relazioni di causa e effetto nelle opere come in qualsiasi altra forma d’arte che vanno rispettate visto che derivano dalla volontà dell’autore: in questo modo si rischia di snaturare l’opera. E poi francamente mi pare noioso tutto questo: il politicamente corretto non intacca il senso morale delle persone. E’ semmai ripetitivo e castrante per tutti noi: basta vedere la deriva presa dai media, è un’autocastrazione di tutti, prima di essere attaccati, non si può vivere così in un paese democratico".