Il cotone che sembra pelle, rivoluzione tessile made in Lucca / VIDEO

La storia di Qiaoyong Zhou: sarto in tante ditte toscane, poi imprenditore di successo. "Amo l'Italia, qui ho realizzato i miei sogni"

Qiaoyong Zhou e Maurizio Brocchetto

Qiaoyong Zhou e Maurizio Brocchetto

Lucca, 5 gennaio 2018 - La nuova collezione di Romito Manifatture (azienda di Montecarlo di Lucca con 120 punti vendita nel mondo) è una vera e propria rivoluzione grazie a una lavorazione esclusiva del tessuto, studiata in collaborazione con una delle tintorie più innovative d’Europa con la sede principale in Veneto, ovvero la Intex s.r.l., dove Romito Manifatture sviluppa la propria ricerca. Una lavorazione adattabile su tessuti con particolari strutture, un mix o forse una vera e propria alchimia. Le caratteristiche sono quelle di offrire un’immagine e una struttura simile alla pelle, con la differenza che questa sensazione si può raggiungere attraverso diversi pesi di tessuto e avere le più esclusive tonalità di colore, creando contrasti e molteplici varianti, personalizzando i capi e mantenendo sempre quell’aspetto di una pelle trattata. Più si usa il capo e più prende di personalità. Parola d’ordine innovazione, quindi, ma anche rispetto dell’ambiente, al fine di mantenere l’immagine di un capo in pelle, senza usare nessuna pelle animale, bensì solo tessuti naturali come il cotone.

Capi di Romito Manifatture
Capi di Romito Manifatture

L'azienda sarà per la quinta volta a Pitti Immagine Uomo a Firenze, con uno stand dedicato al mare, a quella scogliera livornese dalla quale prende il nome, sulla quale si infrangono le onde del mare più autentico, quello invernale. Nei capi linee decise, colori che vanno a toccare le sfumature del blu, del grigio-metallo e antracite, del ruggine e dell’ocra.

Lo stand di Romito Manifatture a Pitti Immagine Uomo vedrà l’esordio di un giovane e promettente pittore, Salvatore Bellavista, ventenne di Lucca, con origini siciliane. L’opera, intitolata “L’autunno sulla costa”, ha notevoli dimensioni (12 metri di lunghezza per 2,5 di altezza) ed è realizzata con la pittura a spray.

LA STORIA - L'azienda lucchese fa capo a un personaggio con una storia particolare: partito dalla Cina nel 1998 con un diploma in tasca, ha lavorato come sarto in molte aziende toscane, fino a diventare imprenditore e portare le sue collezioni a Pitti. È la storia di Qiaoyong Zhou, 43 anni, una moglie e cinque figli, che ha rinunciato persino al passaporto cinese. “Volevo diventare a tutti gli effetti cittadino italiano, e ci sono riuscito. Amo l’Italia, sono felice di vivere e lavorare in questo Paese di cui mi sono innamorato e dove, se uno ha voglia, può fare di tutto e realizzare i propri sogni”, spiega l’imprenditore, che nel 2014 ha rilevato Romito Manifatture, azienda di Montecarlo di Lucca. “Mi sono diplomato in Cina in sartoria e abbigliamento”, racconta. “Poi nel 1998 sono venuto in Italia e ho iniziato a lavorare nel settore moda, come dipendente, in importanti aziende. Quindi ho deciso di diventare imprenditore e ce l’ho fatta: ho rilevato Romito Manifatture, che produce capi di abbigliamento per uomo e donna”. Così, da quasi quattro anni, Qiaoyong, o Yong, come si fa chiamare, dà lavoro a cinesi e italiani, circa una decina di persone in tutto, e fino a qualche mese fa si è occupato in prima persona dello stile dei capi, soprattutto giubbotti, che guardano in particolare al pubblico giovanile. Di recente ha assunto il surface designer Maurizio Brocchetto, al quale ha affidato la collezione che porterà a Pitti Uomo, in programma alla Fortezza da Basso dal 9 al 12 gennaio.

Brocchetto da anni crea campionari per aziende importanti del settore, sperimentando le applicazioni più particolari e creative dei tessuti. Ed è ciò che farà anche per la Romito, vista la novità della collezione pronta per Pitti. “Una collezione rivoluzionaria con la quale presenteremo – spiega Yong, che è amministratore delegato di Romito Manifatture – un tessuto che ha la stessa consistenza, aspetto e bellezza di un pellame. Voglio portare un messaggio ambientalista: no all’utilizzo di pelli animali e sì alla sostenibilità ambientale, perché la tecnologia permette oggi di raggiungere straordinari risultati”. Il tessuto è prodotto tutto in Toscana, niente delocalizzazione. Qiaoyong vuole portare il made in Tuscany in tutto il mondo, fino in Cina. Il marchio è registrato, 120 sono i punti vendita in Italia e all’estero. È partito con 10 negozi nel 2014, poi ha triplicato, fino a 30, 50, 70, 120, ma con l’intenzione di svilupparsi ulteriormente, arrivando fino al Paese, al suo Paese, la Cina, che ha lasciato per l’Italia. “Vediamo, il 9 gennaio, quando presenteremo la collezione a Pitti – dice Yong – come risponderà il mercato e poi decideremo i prossimi passi”. Ma le premesse per il successo ci sono tutte: stile italiano, produzione made in Tuscany e un messaggio ambientalista.