Zona bianca sì, ma non negli uffici pubblici

Restano invariate le quote delllo smart working in Comune (25%) e in Provincia (50%) dove si punta a un nuovo modello di produttività

Smart working

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Arriva la zona bianca ma l’impiegato pubblico non se ne avvede e, in buona quota parte del proprio orario di lavoro, resta in modalità smart working. A Palazzo Ducale, ad esempio la quota dei dipendenti della Provincia “a distanza“ è intorno al 50% anche se ci sono alcuni uffici, ad esempio gli uffici tecnici, dove la presenza è maggiore. Negli altri uffici in linea di massima vige ancora l’alternanza tra ore in presenza e ore in modalità virtuale, nè più nè meno di come è stato negli ultimi mesi. Anche in Comune la zona bianca non ha rivoluzionato gli assetti. La giunta comunale ha disposto che dal primo giugno 2021 non c’è colore che tenga: che sia bianco, giallo o arancione, ogni dirigente ha adibito a smart working circa il 25% dei dipendenti di ogni unità organizzativa impiegati in attività che possono essere eseguite utilmente anche da remoto. Dunque se ristoranti e bar, ma in genere tutto il commercio, contavano in un rientro in massa al lavoro, per riavviare colazioni, pranzi veloci e shopping nelle pause, l’attesa non è finita. La Provincia ha regolamentato questo aspetto di recente, con un provvedimento a firma del presidente Luca Menesini, attraverso il Piano di Performance e Piano di Gestione 20212023 e, contestualmente, il Piano organizzativo del lavoro agile (Pola).

“Questo atto – commenta il Segretario generale della Provincia, Roberto Gerardi – che verrà successivamente recepito nel ‘Piano integrato di attività e organizzazione’ entrato in vigore da alcuni giorni, vede la Provincia fare un sostanziale passo in avanti nell’ammodernamento della macchina amministrativa della Pubblica amministrazione, andando verso un’organizzazione del lavoro che tenga conto delle nuove esigenze. Si tratta di un processo iniziato già da diverso tempo, ma che, a causa della pandemia da Covid-19, ha subito una sostanziale accelerata, ponendoci di fronte all’esigenza di affrontare una nuova realtà“.

“Fare tesoro di questa emergenza – continua Gerardi – è significato ripensare al lavoro, anche nella pubblica amministrazione, basandoci su progetti e obiettivi come punto di partenza di tale nuova organizzazione. In questo modo, la Provincia si adegua alle nuove esigenze, ancora più evidenti dopo la pandemia: non ci sono più orari di lavoro fissi e i tempi di risposta devono essere sempre più celeri e tempestivi, per questo è necessario sperimentare delle soluzioni innovative che prevedano una modalità di lavoro che vada in questa direzione e porti l’ente di Palazzo Ducale a essere sempre più vicino alla gente e ai loro bisogni“. Quindi una produttività che si tenta di non misurare più solo sui giorni in presenza, ma sulla crescita di competenze e motivazione. Un esperimento non facile.

L.S.