Zecca di Lucca, attiva per 13 secoli e ancora "viva" "Ci proponiamo anche come motore culturale"

A tu per tu con Alessandro Colombini, presidente della Fondazione dell’Antica Zecca, che ci illustra la storia e le curiosità

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E’ davvero difficile fermare il suo entusiasmo quando si mette a parlare dell’Antica Zecca di Lucca. Si potrebbe star lì a bocca aperta ad ascoltare dati e date, cenni storici e curiosità. Ma pur se lì per lì sembra di entrare a capofitto in un frullatore di nozioni, al termine della chiacchierata si ha un quadro preciso di quello che fu la Zecca di Lucca e di quello che è oggi la Fondazione dell’Antica Zecca. Quindi la parola la lasciamo proprio a lui, al presidente di tale Fondazione, Alessandro Colombini, il giorno dopo aver presentato la nuova iniziativa editoriale de La Nazione che permetterà a tutti i lettori che martedì 13 acquisteranno una copia de La Nazione di Lucca di ricevere in regalo la moneta del Volto Santo coniata in esclusiva per il nostro giornale proprio dall’Antica Zecca di Lucca.

Presidente Colombini, quanti anni ha la Zecca lucchese?

"E’ una delle più antiche d’Europa, ma ha un primato assoluto".

Quale?

"Quello della longevità".

Cioè?

"Ha battuto moneta quasi ininterrottamente per 13 secoli. E’ stata creata nel 650 dopo Cristo in piena epoca longobarda e ha battuto moneta fino al 1843, fino all’annessione di Lucca al Granducato di Toscana e quindi siamo a un passo dall’Unità d’Italia".

Quante tipologie di monete ha coniato in questi 13 secoli?

"Ben 2000 tipi di monete diverse".

Quale fu la prima?

"La prima moneta coniata dalla Zecca di Lucca era il Tremisse aureo con la quale si poteva acquistare un maiale o una pecora. Era molto grossolana perché le tecniche di incisione non erano particolarmente affinate, ma era composta comunque da oro".

E poi?

"Durante il periodo di Ottone IV fu confermato il privilegio di Zecca alla città e iniziò immediatamente dopo la produzione di monete che avevano una particolarità".

Di cosa si trattava?

"A Lucca era arrivato, intorno all’anno Mille, il Volto Santo e dal 1200 la prima moneta fu il “Grosso“: su una facciata della moneta venne riportata l’immagine proprio del Volto Santo. Ed è l’immagine che accompagnerà quasi tutte le monete di epoca successiva perché il Volto Santo era un po’ l’identità religiosa della città di Lucca, l’immagine nella quale i lucchesi si riconoscevano, ma anche un crocifisso venerato in tutta Europa".

Si riferisce alla via Francigena?

"Esatto. Non dimentichiamoci che durante il periodo della via Francigena i pellegrini facevano una tappa a Lucca per adorare il Volto Santo. E poi era anche un’operazione straordinaria di marketing: il fatto di riportare l’immagine religiosa su una moneta contribuiva a dare anche garanzia di autenticità del denaro".

C’è una moneta particolare?

"Beh, nel 1535 la Zecca di Lucca coniò lo scudo d’oro del sole, moneta d’oro famosa perché è la moneta che servì poi per pagare la costruzione delle Mura di Lucca".

Quanti erano i torchi utilizzati?

"Circa venti. Ma diciamo anche che nel corso dei secoli chiaramente le tecniche si affinarono e perfezionarono: si era già passati da una coniazione a martello a una attraverso torchi (uno dei quali del Ducato di Lucca perfettamente funzionante e ristrutturato è nel nostro museo e lo utilizziamo per le dimostrazioni) e si iniziava a sfruttare la forza motrice dell’acqua".

Quando poi la chiusura?

"Nel 1843 la Zecca venne chiusa, ma non fu una chiusura totale, solo un decreto di sospensione della produzione monetaria".

E dopo?

"In anni più recenti, intorno al 1990, Giuliano Marchetti, uno straordinario personaggio lucchese, incisore, storico dell’arte e della città di Lucca, ritrovò tutta una serie di documenti grazie a ricerche anche all’Archivio di Stato e ricreò l’Antico Uffizio della Zecca di Lucca che si proponeva un’opera divulgativa".

E arriviamo agli anni Duemila.

"Infatti. La Fondazione che gestisce il museo e che si trova alla casermetta San Donato è nata nel 2006. Esponiamo monete lucchesi originali, alcune ritrovate davvero in modo fortuito...".

Cioè?

"Furono ritrovate nei vari palazzi di Lucca durante lavori di restauro perché era una tradizione quella di murare all’interno dei muri del palazzo delle monete perché portavano fortuna. Poi c’è anche un’esposizione di medaglie".

Come definirebbe la Zecca di Lucca?

"Non solo esposizioni di monete e incisioni perché si propone anche come un vero motore culturale per la città promuovendo iniziative, incontri, conferenze".

Una bellissima iniziativa tra l’altro è quella della moneta che regaleremo martedì 13?

"E’ verissimo. Parliamo della “Doppia“ del 1749 ed è una iniziativa di grande valore perché contribuisce a restituire ai lucchesi una forte impronta della loro identità. Inoltre questa è la prima moneta che rappresenta il volto con una certa maestria nell’incisione, è un primo esempio delle raffinatissime tecniche di incisione dei magister monetae lucchesi, per me è un dono importante che verrà apprezzato dalla cittadinanza di Lucca".

Cristiano Consorti