Mentre il presidente della Fondazione Puccini e del comitato per le celebrazioni, Alberto Veronesi, era a Milano, per lo sprint finale di campagna elettorale per le regionali in Lombardia, a Lucca il consiglio comunale parlava di lui. Ad intervenire, in apertura, il presidente della provincia Luca Menesini, il sindaco di Pescaglia Andrea Bonfanti e la presidente dell’associazione Lucchesi nel Mondo Ilaria Del Bianco. Tutti e tre concordi nell’esprimere preoccupazione sulla situazione di stallo che ha caratterizzato il comitato in questi primi mesi, e nel sottolineare l’urgente necessità di cambiare rotta per scongiurare il rischio di perdere un’opportunità “che la città e il territorio non può permettersi di perdere“. A loro si è aggiunto anche Andrea Colombini, presidente di “Puccini e la sua Lucca“, che ha rivendicato il suo ruolo nella valorizzazione della figura del Maestro e ha proposto che il comitato venga gestito direttamente dai sindaci. Dopodiché la seduta vera e propria è iniziata con quello che è sembrato un fuori programma, che ha poi però finito per monopolizzare. La lettura della memoria degli accademici, (di cui parliamo sopra), forse all’inizio non era prevista, o almeno questa è stata la sensazione. Poi è stata affidata al consigliere Raspini, dopo che lui stesso ha chiesto che venisse resa pubblica. L’ha letta con un pizzico di soddisfazione, probabilmente credendo che quella lettura potesse dar forza alle richieste dell’opposizione, messe per iscritto ancor prima: ovvero di far dimettere Veronesi sia dalla presidenza della Fondazione che del Comitato. La minoranza ha chiesto al sindaco Pardini di prendere in mano il timone, nel primo caso, e di chiedere al governo di sostituirlo con una figura più autorevole, nel secondo caso. Mozione bocciata con 14 contrari e 11 favorevoli. Il sindaco, che non si è espresso sulle dimissioni nonostante sia stato più volte pungolato su questo punto, ha voluto però precisare di non essere stato immobile davanti a quelle criticità di cui lui, in quanto membro, aveva contezza ancor prima dei presenti. Sarebbe emblematica la lettera con cui, insieme a Bonfanti e Del Ghingaro (assente ieri) ha redarguito Veronesi sui temi della trasparenza: "Lotterò su ciò per cui devo lottare" ha detto, riferendosi al metodo del comitato e alla buona riuscita dello stesso. Pardini ha poi negato, su segnalazione del presidente del teatro del Giglio presente in aula, che il teatro abbia preso soldi dal Comitato per il concerto di Capodanno. Le restanti accuse mosse dalla memoria, per quanto pesanti, non hanno stimolato la reazione che l’opposizione forse si aspettava. Il sindaco e i consiglieri di maggioranza si sono appellati all’assenza del diretto interessato, Veronesi appunto, che non ha potuto difendersi e che per questo, secondo loro, non era giudicabile in quella sede. Al contrario, ha messo tutti d’accordo la mozione della minoranza sulla messa a disposizione della documentazione del comitato, approvata all’unanimità con 22 voti favorevoli. Lo stesso Pardini spera “che l’obbligo di riservatezza dei documenti venga tolto“. Una speranza, appunto, visto che non è lui a deciderlo, né tantomeno il consiglio comunale. Ma magari può essere una pulce nell’orecchio. Questo si. Teresa Scarcella