"Quell'uomo ha ucciso mia figlia, ma in carcere resterà pochi anni"

Parla la madre di Vanessa Simonini, uccisa nel 2009 da un 35enne accecato dalla rabbia per essere stato rifiutato

A destra, la madre con la figlia uccisa nel 2009

A destra, la madre con la figlia uccisa nel 2009

Lucca, 25 maggio 2018 - Dolore e amore scavano ogni giorno nel cuore della mamma di Vanessa Simonini. E’ forte Maria Grazia Forli, forse è proprio quell’angelo biondo, strappata per sempre dal suo abbraccio l’8 dicembre 2009 dalla violenza di assassina di un ‘amico’, che in qualche modo ogni giorno le trasmette coraggio e voglia di cambiare le cose.

Aveva solo 20 anni Vanessa quando fu trovata senza vita sul greto del fiume Serchio, a Gallicano, dopo una notte di ricerche, strangolata da Simone Baroncini, 35enne pisano, accecato dalla rabbia per essere stato rifiutato. Maria Grazia ieri ha parlato di fronte ai ragazzi dei poli scolastici superiori Machiavelli e Fermi, nella giornata conclusiva del progetto ‘E’ finito il tempo di violare’, sostenuto dalla Fondazione Uibi, con cui ogni anno si ricordano altre due vittime di femminicidio, Alessandra e Anastasia, che erano studentesse del Machiavelli.

«Chi ha ucciso mia figlia fu in prima battuta condannato a 30 anni. Poi in appello ha ottenuto le attenuanti generiche. Il giudice considerò anche il fatto che fece il gesto di coprire il corpo di mia figlia con un giacchetto. Ma si può davvero ritenerlo un gesto di pentimento o anche solo di pena per quella vita che lui stesso aveva appena spezzato? Gli anni di pena sono scesi a 16, il minimo per l’omicidio volontario. Lui potrebbe presto essere fuori e tornare a vivere. Vanessa però non vive più. E nemmeno io».

Di qui l’appello che Maria Grazia lancia al nuovo Governo. «Spero, anzi ho fiducia che il nuovo Governo possa cambiare le cose. che possa portare a compimento la proposta di legge che depenna l’opportunità del rito abbreviato per chi ha commesso omicidio volontario. Il percorso era stato avviato, la Camera aveva già recepito la nuova norma ma poi non è stata approvata dal Senato. Mi appello al nuovo Governo perché non ci siano scorciatoie per chi commette questi crimini. Mai più sconti, c’è bisogno di pene certe e proporzionate a quello che si è fatto. La violenza sulle donne si combatte anche e soprattutto attraverso le leggi giuste».

Applauso commosso di tutta la platea, degli studenti, dei professori, dei referenti dei centri anti violenza. «Vanessa unisce - commenta quando torna a sedersi, Maria Grazia - , in qualche modo lei c’è sempre. E mi dà la spinta a fare qualcosa ogni giorno. In Mediavalle e Garfagnana grazie all’associazione Non ti scordar di me abbiamo inaugurato più di 30 panchine rosse. E’ bello pensare che chi si siederà su quelle panchine, anche solo per un attimo possa pensare a Vanessa. Quello che dico sempre è che se Vanessa non conoscerà il mondo sarà il mondo a conoscere lei». Ha mai parlato con la famiglia di lui? «Non si sono mai fatti avanti».

Con il senno di poi, potevano esserci segnali premonitori di tanta assurda violenza? «Piccole cose che non andavano a minare l’opinione positiva che ci eravamo fatti di lui. Certo aveva qualcosa che non so capire. Sembrava timido, introverso. Invece aveva la malvagità dentro. Chi ammazza è un delinquente. Non ci sono sconti».