Vaccini al Campo di Marte Ecco come funzionerà

Avanti con gli operatori sanitari e, non prima di febbraio, gli ultra 80enni. Spiega tutto la responsabile dei presidi ospedalieri, Michela Maielli

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Vaccini Covid al Campo di Marte – piano terra padiglione A – a partire da domani mattina. La Cittadella della Salute a San Marco diventa avamposto dell’ampia campagna di prevenzione contro il virus, offrendo una location che sarà di facile accesso per i destinatari del siero Pfizer e poi, nei prossimi giorni, del Moderna. Si continua con gli operatori sanitari, ma poi sono attese le associazioni di volontariato e, presumibilmente non prima di febbraio, gli ultra 80enni.

“Le procedure saranno semplici - spiega la dottoressa Michela Maielli, responsabile del San Luca e dei presidi della Valle del Serchio - . I pazienti dovranno prenotarsi sul portale secondo l’ordine di priorità stabilito dalla Regione, così avranno l’appuntamento e sul posto, padiglione A piano terra del Campo di Marte, saranno triagiati, si procederà con l’ananmesi e il consenso informato, oltre al rilievo della temperatura. Il Campo di Marte si presta particolarmente per aprirsi alla popolazione, che è la fase successiva del vaccino, mentre gli operatori sanitari sono prossimi alla seconda dose“.

Non sono mancate critiche sulle forniture a rilento...

“Con l’imminente arrivo del vaccino Moderna avremo una situazione più fluida perché in pratica questo ci consentirà di raddoppiare le dosi. Un ulteriore salto in avanti lo avremo con l’AstraZeneca che, al contrario degli altri due, non avrà bisogno di essere conservato nei super frigoriferi. A quel punto saranno distribuiti anche dai medici di medicina generale e la diffusione sarà capillare“.

Anche tra gli under 18 e donne in gravidanza?

“Per ora non si parla di età pediatrica, mentre per la gravidanza i dubbi sono stati sciolti, anche se ovviamente occorre sempre la valutazione del ginecologo sul caso specifico. Al San Luca in effetti abbiamo già vaccinato donne in gravidanza e anche in allattamento“.

E’ di questi giorni la protesta dell’ordine dei medici sulla funzionalità del portale per le prenotazioni. Si può far meglio?

“Francamente non vedo come. E’ chiaro che il portale non è accessibile alle prenotazioni finché non arrivano nuove dosi che ci permettono di calendarizzare“.

Com’è la situazione ricoveri nelle aree Covid?

“Buona. Erano settimane che non scendevamo sotto i 40 ricoverati, il trend è in diminuzione e ci fa ben sperare, mantenendo sempre i livelli di guardia. Ci hanno dato una grossa mano sia le cure intermedie del Campo di Marte, dove oggi ci sono 14 degenti Covid, sia la struttura di Barga, decomprimono gli ospedali“.

Oggi i pazienti Covid ricoverati possono incontrare i loro parenti?

“Certo. Deve essere richiesto e c’è un modulo specifico da compilare. I familiari devono essere ’vestiti’ e informati sul comportamento da tenere per non esporsi al rischio. E’ chiaro che per i figli piccoli ci sono delle perplessità“.

I medici di famiglia potevano far di più per arginare l’assalto agli ospedali?

“Non credo. Ospedalizzare è una strategia fondamentale per prendere in anticipo l’evoluzione della malattia, gli strumenti sul territorio sono sempre più limitati. Le Usca stanno facendo un ottimo lavoro. Con l’ecografia ’portatile’ possono individuare le lesioni caratteristiche del Covid, ma poi servono sempre approfondimenti“.

Il vaccino ci condurrà fuori dal tunnel?

“E’ una grande rivoluzione che ci restituirà la libertà persa, ma non deve far abbassare la guardia, serve sempre la mascherina e i comportamenti corretti anche da parte dei giovani. Non siamo fuori dal problema pandemico, noi così come la scuola, la famiglia e le forze dell’ordine dobbiamo continuare a far la nostra parte“.

Laura Sartini