Una folla in lacrime per l’addio a ”Marcone”

Molta gente in piazza Michela Fanini per stringersi intorno alla famiglia di Marco Lencioni. Il giovane era conosciuto e stimato per la sua generosità

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La Protezione Civile ha fatto spostare le sedie di fronte all’altare allestito sotto il gazebo perché forse non proprio ad un metro di distanza. Poi la commozione ha preso il sopravvento, con molta gente che si è riversata in piazza Michela Fanini per stringersi intorno alla famiglia di Marco Lencioni. Gli amici, i parenti, ma anche coloro che si servivano da lui il sabato al mercato e che ricevevano non solo ottima merce, ma anche un sorriso, sono arrivati alla spicciolata.

Già mezz’ora prima dell’inizio della Santa Messa, c’era folla, nonostante il sole cocente. Don Damiano ha esordito con un passo di San Paolo per cui nessuno e nulla, anche gli eventi più catastrofici, possono strapparci dall’amore di nostro Signore. Nell’omelia la missiva del Vescovo, Paolo Giulietti, inviata a tutti e tre i funerali e che don Damiano ha commentato: "Un dolore così immenso può generare dubbi, anche sul senso della vita, spesso difficile e dura, che ci costringe a lottare, ma che può finire in un secondo. Anche Gesù sulla Croce ha chiesto al Padre perché lo avesse abbandonato. Ma non ci devono essere perplessità su quello che ci attende. La pietra del Sepolcro può essere gigantesca, ma sarà tolta e la resurrezione trionferà, come abbiamo letto nel Vangelo. Anche i beni materiali ai quali spesso siamo attaccati sono effimeri, ma bisogna affidarsi a chi ha vinto sulla morte. In questa maniera - ha concluso don Damiano - potremo acquisire la consapevolezza di poter riabbracciare questi tre giovani scomparsi nella pienezza dell’amore. Certo, adesso è difficile, lo strazio offusca la mente, il dramma interiore è peggio delle ferite fisiche, ma poi la fede aiuterà queste famiglie. Preghiamo per loro".

Molti i volti sconvolti da questa tragedia. Marco era conosciuto da tutti, stimato per la sua generosità. Si alzava prestissimo al mattino, si recava a Bologna ad acquistare la frutta migliore e ritornare in tempo per gestire il negozio oppure il banco al mercato. Appassionato di motori, ogni tanto si recava al Mugello per provare quel mitico circuito, il sogno di molti e che per "Marcone", come lo chiamavano affettuosamente, è stato reciso per sempre.

Massimo Stefanini