Una ciocca di capelli per le donne dell’Iran

La protesta, che sta facendo il giro del mondo dopo la morte della 21enne Masha Amini, è arrivata anche tra i banchi dell’Itis Fermi

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Una protesta "a colpi di forbice" quella che viene portata avanti da persone provenienti da tutto il mondo come segno di solidarietà nei confronti di quelle donne iraniane che stanno lottando per i loro diritti e la loro libertà. Un gesto simbolico che sta facendo il giro del mondo e che ha coinvolto donne, ma anche uomini, in un grido collettivo contro l’oppressione, a seguito della morte della ventunenne Masha Amini, uccisa perché non portava l’hijab nella maniera corretta.

Anche le giovani studentesse dell’Itis Fermi di Lucca hanno voluto partecipare a questo movimento di protesta e di rivendicazione per poter trasmettere la loro solidarietà e il loro appoggio a quelle coraggiosi donne che in Iran stanno lottando per la propria libertà, rischiando anche di perdere la vita. Ieri mattina studentesse e studenti si sono riuniti nel cortile della scuola secondaria durante la ricreazione per procedere con il simbolico gesto del taglio dei capelli. In molte ragazze hanno scelto di partecipare all’iniziativa, le numerose ciocche di capelli sono state poi riposte in delle apposite buste che saranno poi spedite dalla scuola all’Ambasciata della Repubblica Islamica dell’Iran, a Roma.

Un messaggio forte, chiaro e coraggioso che sta molto a cuore alle studentesse, pronte a lottare con la propria voce e, in questo caso, anche attraverso il proprio corpo per poter ottenere un mondo migliore e paritario. Prima del taglio dei capelli si è alzato al cielo un importante grido: "Donna, vita, libertà". Tre parole che rappresentano al meglio il gesto di queste giovani studentesse che, affiancate dalle loro docenti, hanno voluto far sentire la loro voce e la loro vicinanza alle donne iraniane, nonostante la lontananza che le separa. L’iniziativa è stata pensata e realizzata da alcune delle docenti della scuola, tra cui le professoresse Alba Forni, Dora Bertolacci, Morena Vannucchi, Laura Nanni e Paola Paoli.

"Questa è un’iniziativa importante per far capire alle ragazze che bisogna partecipare in prima linea quando dei diritti vengono negati a qualcuna di noi. Vogliamo far loro capire che dobbiamo lottare per la nostra libertà, ma anche per quella di chi vive lontano da noi e che rischia la vita pur di ottenere i propri sacri diritti. Sono morte troppe donne durante questa lotta, una lotta per far valere il sacro diritto della libertà di vivere come vogliamo" dice la professoressa Bertolacci. L’iniziativa ha visto un’ampia partecipazione da parte dei giovani, sono state molte le studentesse che si sono riunite in cortile per partecipare volontariamente a questo gesto collettivo di forza e determinazione.

"Questo per noi è un gesto di solidarietà importante che ci permette di essere presenti e di far sentire la nostra voce, anche se siamo lontani. Tutti devono partecipare a questa lotta per la libertà, se si nega un diritto ad una di noi allora questo diritto viene negato a tutte e quindi dobbiamo lottare tutte insieme per essere libere" commenta la giovane Flavia Falsiroli. Il senso di comunità e di unione era ben percepibile e respirabile nel cortile della scuola, la forte emozione delle giovani di far parte di qualcosa che sta legando le donne di tutto il mondo era ben visibile sui loro volti emozionati. "Con questi gesti possiamo far sentire la nostra vicinanza a quelle donne che stanno lottando per la libertà, questo ci è permesso anche grazie alla condivisione che i social ci permettono" commentano le ragazze. L’intera iniziativa è stata infatti filmata, i vari profili della scuola pubblicheranno a breve il video in cui queste ragazze, con un forte grido e un importante gesto, hanno fatto sentire la loro voce per un mondo più libero e paritario.

Giulia Alberigi