Truffa e peculato ai danni del Comune. Funzionario condannato a sei anni

Intascava soldi con false istruttorie e li spendeva al gioco d’azzardo. L'uomo, lucchese, è un funzionario di Cascina (Pisa)

Militari della guardia di finanza  (foto di repertorio)

Militari della guardia di finanza (foto di repertorio)

Lucca, 10 ottobre 2018 - Sei anni di reclusione, confisca dei beni per 372mila euro e risarcimento del danno da peculato per oltre 300mila. È la condanna che il gup Giuseppe Laghezza ha inflitto al lucchese Alberto Romei – difeso dall’avvocato Andrea Callaioli e dal collega Romano Zipolini – ieri in rito abbreviato. Cinque i capi di imputazione – uno per truffa aggravata, quattro per peculato – con il Comune che si è costituito parte civile con l’avvocato Carlo Porcaro D’Ambrosio.    Secondo la Procura, l’ex funzionario comunale di Cascina (Pisa) – all’epoca responsabile dell’unità operativa complessa ‘Diritto allo studio, nidi e progettazione esecutiva’ del Municipio – destinava i finanziamenti comunali e regionali a una cooperativa e a un’associazione, attraverso determine costruite con false istruttorie. Gli enti prelevavano poi parte del denaro in contanti dai propri conti per girarli nuovamente a Romei. Gli asili convenzionati ricevevano i soldi dal Comune per i loro servizi, ma il funzionario li avvertiva che «per esigenze di riequilibrio» avrebbero dovuto restituire una parte del percepito.

Così anno dopo anno. Stando alle indagini della Guardia di finanza per il periodo 2012-2017, si parlerebbe di una cifra sui 500mila euro. Soldi che in parte il dipendente pubblico spendeva al gioco. Scommesse di ogni genere che lo avevano portato nel corso del tempo a indebitarsi e a trovarsi con lo stipendio impegnato per onorare i debiti. Il processo lampo è stato chiesto dall’ex dipendente comunale reo confesso anche del suo rapporto con gioco d’azzardo, punto sul quale è stata prodotta apposita perizia. Condizione peculiare confermata. Lo stesso consulente di parte nella sua relazione ha rivelato, infatti, la presenza di questa patologia che ha condizionato il modo di agire di Romei.    Una dipendenza che Romei, originario di Castelnuovo Garfagnana, residente a Pisa e domiciliato a Massa e Cozzile, aveva ammesso fin dall’interrogatorio di garanzia durante il quale aveva parlato del problema legato al Lotto e alle scommesse sportive. L’avvocato Callaioli, ricostruendo l’intricata vicenda, ha puntato in primo luogo a far cadere, per ogni episodio contestato, la sussistenza del peculato rilevando come Romei non avesse la disponibilità giuridica e di fatto dei soldi. Un ‘dettaglio’ sul quale verterà anche il ricorso in Appello che il legale pisano sta già valutando.