Tronca rinuncia all’incarico. Il Pd: "Gestione da ‘sottoscala‘"

Raspini e Alfarano svelano la decisione dell’ex prefetto di lasciare la consulenza per Lucca Holding “Ci chiediamo se la clamorosa retromarcia non sia legata ai nostri dubbi e all’esposto alla Corte dei conti” .

Tronca rinuncia all’incarico. Il Pd: "Gestione da ‘sottoscala‘"

Tronca rinuncia all’incarico. Il Pd: "Gestione da ‘sottoscala‘"

L’ex prefetto Francesco Paolo Tronca ha rinunciato all’incarico di super consulente di Lucca Holding Spa che gli era stato affidato a giugno scorso per un importo pari a 135mila euro lordi in tre anni. Incarico che aveva scatenato una vera e propria bufera politica.

A rendere nota la scelta, sono stati proprio due consiglieri di opposizione del Pd Francesco Raspini e Vincenzo Alfarano che in una nota sottolineano come il recesso sia stato formalizzato addirittura il 29 gennaio scorso e che Tronca avesse rinunciato all’incarico a inizio gennaio.

Un incarico tramontato, si dice, per i nuovi impegni dell’ex prefetto di Lucca con il Ministero delle Infrastrutture.

"Questa vicenda è stata contrassegnata fin dal principio da un’assoluta mancanza di trasparenza e si conclude nello stesso modo con cui è iniziata: con una gestione da ‘sottoscala‘ – affermano Raspini e Alfarano - La consulenza richiesta allo ‘Studio Tronca‘, circa 135.000 lordi in 3 anni, è venuta alla luce solo grazie alle indiscrezioni di stampa. Oggi scopriamo in maniera analoga che l’amministrazione Pardini ha taciuto sul fatto che da ben due mesi questa collaborazione si è interrotta. Ma come? Proprio il Sindaco Pardini in commissione controllo e garanzia ci tenne a rimarcare ‘la motivazione strategica di questo incarico, assegnato in un momento in cui ci sono partite storiche da giocare‘ e poi di fronte alle dimissioni di Tronca, formalizzate a quanto risulta già dal 10 di gennaio, nessuno ha sentito il bisogno di informare né la commissione competente, né l’opinione pubblica?"

"Per giunta – aggiungono Raspini e Alfarano – proprio mentre su una di queste partite strategiche – come quella sul futuro del servizio idrico - si riunisce da mesi una commissione speciale che continua a vagheggiare del prolungamento della concessione di Geal senza produrre il benché minimo elemento giuridico a sostegno?".

Per l’opposizione, invece, le dimissioni andrebbero messe in qualche relazione con l’esposto presentato a suo tempo alla Corte dei Conti proprio dagli esponenti del centrosinistra.

"Ci chiediamo piuttosto – scrivono Raspini e Alfarano del Pd – se questa clamorosa retromarcia non sia da mettere in relazione con i dubbi da noi sollevati circa l’illegittimità della nomina e del compenso ad essa connesso che abbiamo diffusamente circostanziato in un esposto alla Corte dei Conti che avremmo francamente evitato se il sindaco Pardini e l’amministratore unico Porciani, anziché irriderci, ci avessero ascoltato con più attenzione nelle sedi preposte".

"La verità è che questa vicenda – attaccano in conclusione Raspini e Alfarano – è l’ennesima dimostrazione dell’incapacità e della superficialità mista ad arroganza con cui Pardini si approccia alle critiche mosse dall’opposizione: viste ogni volta come un atto di lesa maestà, finiscono puntualmente per rivelarsi fondate. Esattamente come accadde per la vicenda dell’ex presidente di Geal Gianmarco Mancini, prima difeso a spada tratta e poi costretto a dimettersi perché incompatibile con la nomina a causa della sua collezione di incarichi in giro per la Toscana".