Traffico di esseri umani dentro i Tir Maxi banda finisce alla sbarra

Nascosti nei camion senza bere e mangiare per ore: il viaggio dallo Sri Lanka costava fino a 7mila euro . La procura di Firenze chiede il rinvio a giudizio per sedici fra cingalesi e rumeni con base a Lucca

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Il biglietto per entrare in Italia costava caro. Dai 3.500 euro per la tratta Romania-Italia fino a 7mila euro per la partenza dallo Sri Lanka. Chi non era in grado di pagare l’intero viaggio veniva sequestrato in un casolare nella provincia di Monza e della Brianza e riconsegnato ai parenti. Ma soltanto dopo aver saldato il pagamento. I soldi dovevano essere versati sui conti del gruppo criminale in banche dello Sri Lanka. Sono i puntini rossi collegati sulla carta geografica dalla squadra Mobile di Lucca, guidata dal dirigente Silvia Cascino che, dopo mesi d’indagine, lo scorso dicembre aveva ricostruito un maxi traffico di esseri umani. Trattati come merce e stipati in camion senza cibo e acqua anche per 12 ore.

Per l’associazione criminale, composta da 16 membri, tutti di nazionalità cingalese e rumena, ieri è arrivata la richiesta di rinvio a giudizio formulata da pubblico ministero della Dda, Giulio Monferini, al gip del tribunale di Firenze. L’accusa è di associazione a delinquere aggravata, finalizzata al favoreggiamento dell’immigrazione clandestina. In un caso di mancato pagamento uno dei capibanda avrebbe anche minacciato i parenti di un migrante di gettarlo nel fiume se non avessero pagato il riscatto.

Le indagini sono state coordinate dalla Direzione Distrettuale Antimafia, ma erano scattate a Lucca. In base a quanto ricostruito il capo dell’organizzazione è un cingalese 49enne che vive a Lucca, fratello di uno dei due cingalesi arrestati in aprile per l’omicidio di un connazionale in via del Toro.

A far luce sul traffico di esseri umani, sono state le intercettazioni della Questura tra i due autori dell’omicidio e altri connazionali tra cui il dominus dell’associazione: Fernando Saman Priyantha Porutotage. I viaggi ricostruiti dagli inquirenti sono 6 tutti tra luglio e novembre 2019 e hanno permesso il trasporto di 60 persone, nascoste tra le merci in furgoni telonati attraverso le frontiere di Trento e Gorizia. Mentre farli entrare in ‘Europa’ era più facile: si spacciavano per turisti o stagionali e passavano il confine.

Alla sbarra con accuse che potrebbero costare fino a 7 anni, sono finiti Fernando Saman Priyantha Porutotage, 49 anni, considerato il capo della banda; Sandara Marakkala Dines, detto ’Sandro’, braccio destro di Fernando, 40 anni e latitante; Liyana Arachchige Pradeep Mangala, 34 anni altro capo; Thilak Anuruddha Silva Sandaradura, 41 anni, cingalese che curava la logistica dei viaggi a Milano; Fernando Nishanta Rathugamage, 53 anni, cingalese; Cristian Mircea, 32enne residente a Lucca e incaricato di tenere i rapporti con la Romania; Vasile Aurel Olarean, 36 anni, rumeno, incaricato di portare i clandestini in Italia; Ionut Nicusor Popescu, rumeno di 34 anni; Wijayawardana Prabhath Suchintha, 48 anni cingalese; Herath Mudiyanselage, 32 anni cingalese; Domnica Olarean, 43 anni, rumena; Paththinikuttige Anthany, 55 anni; Gunasekera Kalumith, 35 anni, cingalese; Jayatunga Thushara 44 anni; Singhalage Upul, 48enne residente a Lucca e Thalammaharage Dinesh 36 anni.

Claudio Capanni