Torna l’allarme nei campi per gli insetti alieni

Dal tarlo asiatico alla vespa velutina e alla piralide del bosso, ecco le specie non autoctone che mettono a rischio le nostre colture

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Scatta l’allarme, soprattutto adesso con l’arrivo della primaverile, per i cosidetti insetti alieni, vale a dire specie non autoctone che mettono a rischio le nostre colture.

A rilanciare i timori e chiedere interventi è Ivo Poli, grande conoscitore del mondo agricolo, sia sotto l’aspetto pratico che scientifico e presidente dell’Associazione nazionale Città del castagno.

"Dobbiamo – dice Poli – fare molta attenzione agli insetti alieni, provenienti da ogni parte del mondo, mescolati alle materie prime e ai vari prodotti che vengono sbarcati nei porti e aeroporti, espressione di quel imponente cambiamento economico- politico-sociale che è globalizzazione".

Si spieghi meglio.

"In questi traffici commerciali si infiltrano anche degli insetti ‘clandestini‘ che per carenza di controlli, di inosservanza di leggi, e di mancanza del buon senso, ci creano poi danni irreparabili all’agricoltura e ai boschi. Sono insetti e funghi provenienti da altri continenti e definiti dalla scienza ‘alieni’, in quanto gli studiosi entomologi devono scoprire il loro comportamento per poterli tenere sotto controllo con prodotti biologici o chimici, per evitare pericoli alle colture".

Quali sono i nuovi nemici delle nostre produzioni?

"Il tarlo asiatico del fico, insetto che rode la parte basale delle piante portandole a morte, la vespa velutina predatore di api e altri insetti impollinatori con grande pericolo per l’apicoltura, la piralide del bosso , un bruco che defoglia completamente il bosso portandolo a morte. Poi la mosca della frutta terribile per quella con buccia sottile, come ciliegia, pesca, susina, albicocca, mirtillo, lampone, mora, fragola, ma anche kiwi, cachi, fichi e sull’uva. Inoltre la Xylella fastidiosa dell’olivo, batterio che vive e si riproduce all’interno dell’apparato conduttore della linfa dell’olivo, considerata la peggior emergenza fitosanitaria al mondo. Infine la cimice asiatica, che diventerà il nemico numero uno nei prossimi anni. Colpisce principalmente pomacee e drupacee con danni anche del 100%. Alcuni di questi parassiti son arrivati da poco tempo e altri potranno arrivare e creeranno gravi danni".

Come difendere il territorio?

"Prima pratica utile fin da questi giorni è difendere orti, frutteti e alveari con semplici biotrappole per insetti, le famose bottiglie di plastica aperte con sostanze attrattive per insetti come i calabroni e carpocapsa del melo, verme delle mele, vespa velutina e altri. Molti produttori attuano la pratica da anni, ma sarebbe opportuno aumentare il numero di queste semplici trappole ‘fai da te’ , in quanto molti insetti cominciano a riprodursi ed accoppiarsi per creare nuove famiglie, che in estate saranno poi di difficile controllo. Dentro la bottiglia, c’è chi mette la birra, chi coca cola e altro con aggiunte di zucchero. L’aceto bianco di vino, con due cucchiaini di zucchero, è quello che sprigiona più a lungo l’odore. Importante ogni venticinque giorni circa, cambiare il contenuto".

Uffici di riferimento, Asl Lucca 0583 449240, Regione Toscana, 055 4384076, Crea 055-24921.

Dino Magistrelli