Tau-Figline, due gol nel mirino della Procura

"Condotta fraudolenta in campo", indagati il portiere e un giocatore. L’estremo difensore respinge le accuse: "Avevo detto no alla goleada"

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Tau-Figline, due gol da “reato“. E così, dopo le condanne sportive, recentemente ritoccate al ribasso in appello (nove mesi di squalifica, la pena più lieve), arrivano anche gli avvisi di garanzia della procura penale. Per la partita della poule promozione dello scorso campionato di Eccellenza giocata ad Altopascio l’11 maggio scorso, terminata con il risultato di 5-1 per il Tau dopo alcuni gol “regalati“ dagli ospiti, il pm di Lucca ipotizza il reato di frode sportiva. Sono due, almeno per il momento, gli iscritti sul registro degli indagati. Si tratta del portiere Vanni Burzagli e del difensore Mattia Privitera, entrambi in campo quando, in pieno recupero, la squadra del Valdarno incassò le reti del 4-1 e del 5-1. Secondo quanto già accertato dalla procura federale della Figc, i gol servirono a porre la classifica delle tre squadre interessate negli spareggi – Figline, Tau e Livorno - in una condizione di differenza reti che non permetterse al Livorno, nel match successivo contro il Tau (l’ultimo in programma) di avere dalla sua parte anche il risultato del pareggio. E in effetti quella strategia pagò, visto che il Figline, in virtù del risultato finale (Livorno-Tau 0-1), staccò il biglietto per la serie D classificandosi secondo nel gironcino.

Oggi quella classifica è stata rivoluzionata dalla giustizia sportiva - al posto del Figline è salito il Livorno - ma proprio gli atti dell’inchiesta federale, trasmessi al sostituto procuratore di Lucca Alberto Dello Iacono, sono l’architettura delle accuse di carattere penale. Secondo la procura, Burzagli e Privitera avrebbero compiuto "atti fraudolenti al fine di raggiungere un risultato diverso da quello conseguente al corretto e leale svolgimento della partita". Il pm punta il dito sui due gol giunti al 49esimo e al 50esimo che fissarono il punteggio sul 5-1, incassati perché portiere e difensore si sarebbero "deliberatamente e platealmente" disinteressati del pallone. Ma Burzagli, che ha ingoiato una squalifica di due anni, non ci sta. E in un lungo e sofferto interrogatorio in procura, dove si è presentato alcuni giorni fa assistito dal suo legale Niccolò Lombardi Sernesi, ha ribadito che lui, al piano che sarebbe stato ideato dall’ex ds Emiliano Frediani, presentato ad alcuni “vecchi“ della squadra alla vigilia della gara con il Tau, aveva detto no.

Durante il riscaldamento, in cui non era presente il portiere (che si prepara a parte), alcuni giocatori avrebbero prospettato una soluzione diversa, di cui lui era all’oscuro. Situazione che gli si è palesata nei minuti finali, nei modi che i filmati hanno divulgato in ogni angolo del mondo. Che fine farà l’inchiesta penale? Nel frattempo, va avanti anche quella sportiva. Perché nonostante la sentenza di lunedì, la procura federale sta valutando altre posizioni. Anche alla luce di una denuncia presentata proprio da Frediani, ultimo scossone di un film di cui non si scorge ancora la fine.

Stefano Brogioni