Su Remaschi si spacca la direzione territoriale Pd

Con tre mandati complessivi deve avere una deroga per partecipare alle regionali. E salta il voto sui cinque candidati locali del partito.

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Niente via libera. E’ una clamorosa impasse quella registrata nella direzione territoriale del Pd che si è tenuta lunedì sera a Borgo a Mozzano. Le due anime del partito, quella legata al segretario Zingaretti e quella fedele al senatore Marcucci, non hanno trovato la quadra per dare il via libera alla lista dei cinque nomi per la zona di Lucca, Mediavalle e Garfagnana da candidare alle prossime elezioni regionali.

A dividere i due fronti interni, già ai ferri corti dopo la scelta della componente di sinistra di candidare Francesca Fazzi su Lucca in competizione diretta con l’assessore comunale (sempre più uscente) Valentina Mercanti, è stato come prevedibile il nome di Marco Remaschi. L’esperto politico della Mediavalle con tre mandati complessivi (due da consigliere, uno da assessore) deve avere una deroga per poter partecipare alla competizione elettorale e la commissione regionale di garanzia nei giorni scorsi aveva preferito non prendere decisioni rimettendosi alla direzione regionale.

Ora, il non voto della direzione territoriale, che si è letteralmente spaccata a metà tra chi chiedeva di dare il via libera solo ai quattro nomi a cui non servivano deroghe (Mario Puppa, Valentina Mercanti, Francesca Fazzi e Alberto Veronesi) e chi chiedeva il pass per tutti e cinque. Un conflitto che appare al momento insanabile, nonostante l’accorato appello del sindaco di Lucca, Alessandro Tambellini, che ha ricordato come la sua rielezione sia passata da poche centinaia di voti e che dunque occorre il contributo di tutti. Alla fine, la componente che fa capo a Marcucci ha deciso di abbandonare la direzione, rendendo di fatto impossibile l’approvazione della lista dei candidati.

Un segnale chiaro: Marco Remaschi non ha i requisiti per essere inserito sulla scheda anche se ha raccolto le firme a sostegno. In sala sono rimasti meno di una ventina di aventi diritto al voto sui quaranta totali: un numero ben lontano dai due terzi necessari per il via libera al documento. A questo punto, la patata bollente della scelta passa nelle mani della direzione regionale che si terrà nel fine settimana, ma sulla candidatura di Remaschi, una volta uomo di fiducia dello stesso Marcucci, si consuma il duro strappo interno. Tanto che il braccio di ferro potrebbe proseguire fino alla direzone nazionale del Pd.

Fabrizio Vincenti