La mappa delle strade toscane ad alto rischio per incidenti da ungulati, parla chiaro. Anche il 2022 si è confermato come l’anno dal triste primato e che riporta, negli ultimi 4 anni, ben 67 incidenti stradali. Tanto è vero che, secondo la Coldiretti, "i cinghiali rappresentano un problema di sicurezza pubblica". C’è poco da stare allegri perché, lo abbiamo visto anche in Lucchesia, gli incidenti stradali causati da scontri tra veicoli e cinghiali non sono certo una novità. Ma vediamo, intanto, il dato regionale: con 20 sinistri gravi, la Toscana si conferma, per l’anno appena trascorso, la prima regione per numero di incidenti provocati da animali selvatici. Nell’ultimo periodo, infatti, gli incidenti con feriti o lesioni mortali, è infatti salito a 67 casi. Tanti, troppi. Il dato diffuso da Coldiretti, anche per Lucca, è stato attinto dall’Osservatorio sugli incidenti degli animali dell’Aspas. Vediamo adesso quali sono, in Lucchesia, le strade dove si sono verificati sinistri o dove il rischio di imbattersi in cinghiali è più elevato. Si tratta della provinciale Lodovica, della Pesciatina e della via Romana insieme a via di Sant’Alessio. In Versilia, le strade più a rischio sono il viale dei Tigli a Viareggio e la variante Aurelia. Nella lista nera della viabilità, figura poi l’A11, anche nel tratto lucchese. Il nostro giornale è in grado di anticipare il dato più aggiornato e relativo al 2021, dei danni da ungulati denunciati nella nostra provincia, e che ammontano a quasi 40 mila euro, l’80% di questi, secondo Coldiretti Lucca, "imputabili ai cinghiali; stimiamo tuttavia - fanno sapere - che siano cinque volte superiori, perché in molti non denunciano i piccoli danneggiamenti". Non si fa attendere la presa di posizione del presidente Coldiretti Toscana Fabrizio Filippi e del responsabile di Lucca, Andrea Elmi: "La presenza fuori controllo degli ungulati è diventata un problema di sicurezza che riguarda tutti; cinghiali, daini, caprioli e mufloni non devastano solo i raccolti degli agricoltori, ma sono un pericolo per la circolazione stradale, per le aree urbane e per la salute pubblica". Prosegue Andrea Elmi: "A spingere i cinghiali nelle aree urbane, è il numero fuori controllo di questa specie che nella nostra regione ha superato i 300 mila esemplari, insieme ad altri fattori come la siccità, la presenza di una popolazione di predatori, il lupo, in forte aumento che li minaccia, la facile disponibilità di cibo nei centri abitati e l’incuria delle aree periurbane; la presenza di ungulati e predatori è una delle principali cause dell’abbandono delle nostre campagne e delle nostre montagne: aree spesso difficili in cui fare agricoltura è diventato impossibile ed insostenibile". Infine l’appello di Filippi e Elmi: "Quello che chiediamo è un decreto legge urgentissimo per modificare l’articolo 19 della Legge 157 del 1992, che consenta di estendere i piani di controllo coordinati dalla Regioni ed arrivare così ad un contenimento drastico di un fenomeno che non riguarda soltanto gli agricoltori, ma tutta la collettività". M.Gu.