Sos Villa Fanini: si attende la Soprintendenza

La relazione deve arrivare sul tavolo della Procura. Ma l’ex proprietario chiede che le indagini sulle stime dell’immobile non si fermino

L’ultima parola su Villa Fanini, spetterà alla Soprintendenza. I tecnici lucchesi del Mibact, insieme a un ufficiale di polizia giudiziaria, il 14 gennaio hanno svolto un sopralluogo all’interno della villa secentesca. L’obiettivo: capire in quale stato si trovi Villa Arnolfini (poi Fanini), bene di grande valore artistico con affreschi di pregio e altro patrimonio vincolato che si trova a Gragnano nel Comune di Capannori. Basti pensare che gli arredi presenti all’interno tra statue in ghisa, colonne di pietra, affreschi dei maestri Gioacchino Pizzoli e Angelo Michele Colonna, botti di rovere e mobili del secolo scorso, hanno un valore di oltre 200mila euro.

La Procura, dopo l’interessamento degli ex proprietari Ivano e Cristian Fanini, assistiti dall’avvocato Fiorenzo Alessi, aveva aperto un fascicolo di atti relativi. E ora la palla passa proprio alla Soprintendenza che, in tempo ragionevoli, dovrà stilare una relazione sullo stato di conservazione del patrimonio vincolato dell’immobile.

L’ultimo esposto degli ex proprietari che ne chiedono tutela risale a circa 15 giorni fa. Dopo aver acquistato la villa, l’oligarca russo con interessi anche in Versilia, Artem Avetisyan (che la conosceva fin dal 2011 quando vi organizzò una mega festa con 300 vip), se ne è sostanzialmente disinteressato. L’ha donata alla madre Anna, stimandola formalmente 600mila euro, ma al momento non esisterebbe nessun progetto per il rilancio e l’utilizzo di questo tesoro. La relazione dei tecnici della Soprintendenza potrebbe finalmente far chiarezza sul reale stato di conservazione. I rilievi, una volta sul tavolo del procuratore Lucia Rugani, saranno valutati e nel caso di more, potrebbero portare la Procura a impegnare la proprietà ad apporre dei correttivi. Ma queste, fino al giorno del verdetto, restano solo ipotesi. La certezza è che nella villa mancherebbe la presenza quotidiana di un custode.

Il futuro dell’immobile secentesco è stato al centro di una lunga battaglia legale iniziata da Ivano Fanini. Nel mirino dell’ex proprietario c’è anche il meccanismo che portò a stimare il valore del complesso immobiliare, finito nel 2017 all’asta giudiziaria dopo un’esecuzione legata al crac di Banca Etruria. Il valore della villa, secondo Fanini stimato in 25 milioni di euro, ma la villa fu aggiudicata all’asta giudiziaria per 4,1 milioni: prezzo al quale l’oligarca russo la acquistò per poi donarla alla madre per 600mila euro.

Proprio sulla stima dei beni della villa pendono ancora procedimenti penali nelle procure di Genova e di Lucca (ai quali Avetisyan è estraneo). Procedimenti per i quali, Fanini ora chiede, con un nuovo esposto, di avere notizie. La richiesta alla Procura: la prosecuzione delle indagini sul versante lucchese che vedeva indagato il perito, autore della stima considerata dagli ex proprietari, non corrispondete al vero. La certezza, al momento, è una sola: Villa Fanini, i suoi affreschi e i tesori custoditi all’interno rischiano di riposare ancora sotto la polvere.