Scuola Media di Gallicano

L’Inferno descritto dal Sommo sotto l’occhio adolescenziale: le risposte nella sua metafora esistenziale

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Siamo adolescenti di circa 13 anni, l’età delle domande, dei cambiamenti, delle incertezze,

della ricerca di noi stessi. Cambiamo fuori e cambiamo dentro, cerchiamo chi siamo e forse anche chi vogliamo essere. Tante domande ci offuscano la mente nel cammino verso la crescita, sentimenti e pensieri contrapposti: la paura di non piacere agli altri; sono forte e vado avanti oppure faccio in modo di cambiare per essere accettata? Chi o cosa mi può aiutare? Quale sarà il mio futuro? Cosa voglio davvero? Guardandoci attorno, nella nebbia della vita moderna, noi siamo come Dante, che si perde facilmente all’interno della selva oscura. Siamo noi a fronteggiare le fiere, ostacoli fisici ed emotivi ai quali andiamo incontro, dotate di pensiero proprio, destinati a superarle o perire tentando. Dobbiamo tenere gli occhi sempre aperti, con fiducia ma con attenzione, perché il potente Minosse ci osserva con i suoi grandi occhi: la società, che giudica tutto e tutti, quella che ti stringe la gola fino a portarti fin su una scogliera; che giudica dal primo sguardo senza conoscere, bloccandoti e non permettendoti di esprimere te stesso, affondando i canini nei social media, iniettando in essi veleno. Davanti a noi si trova la porta della nostra adolescenza, che ci dice da subito che da lei passano le nuove esperienze che dovremmo vivere, che una volta vissute non potremo tornare indietro a correggere. All’interno della nostra porta infernale subito troviamo quello che crediamo un amico, che però ti conduce verso la direzione sbagliata: quello che sembra essere il tuo Virgilio si mostra per ciò che è in realtà, Caronte, guidandoti inconsapevolmente verso un dirupo. Eppure anche noi, proprio come Dante, in questo momento “del cammin di nostra vita”, veniamo riportati sulla “diritta via” dal nostro Virgilio. Egli, spesso con semplici parole o gesti anche silenziosi, ci aiuta a affrontare le avversità che offuscano la nostra mente, come una separazione in famiglia o la mancanza di autostima, creando inevitabilmente un rapporto affettivo.

Non è necessariamente il proprio amico più caro: talvolta è un conoscente che ha già vissuto una simile esperienza, un parente o un docente con il quale si ha un buon rapporto; può persino essere un romanzo, un manga. La vita è questa, non è facile, nonostante veniamo condotti sulla strada sbagliata, nonostante i brutti pensieri, le selve sempre più oscure, nonostante i giudizi che la società ci indurrà, al nostro fianco apparirà sempre Virgilio. Alla fine la vita è come una grande metafora e Dante può aiutarci a capirne il significato.