San Ginese, sciopero congelato

I vertici aderiscono al tavolo di crisi in Regione, ma non ritirano i 26 licenziamenti del sito nel Compitese

Le rappresentanze sindacali con i lavoratori dello stabilimento Arborea

Le rappresentanze sindacali con i lavoratori dello stabilimento Arborea

Lucca, 5 febbraio 2022 - Lo sciopero, almeno per il momento, è scongiurato. Allo stabilimento del latte fresco San Ginese nel Compitese resta lo stato di agitazione, mentre si apre uno spiraglio piccolo ma significativo, a cui i 26 lavoratori di Arborea-San Ginese si attaccano con tutte le loro forze per sventare il rischio licenziamento collettivo annunciato dall’azienda. Ieri giornata piena di incontri tra sindacati e azienda, presente anche la parte politica.

“L’azienda ha deciso di aderire al tavolo regionale di crisi che si riunirà il 10 febbraio. E’ un risultato importante quello di aver ricondotto la questione, iniziata nel peggiore dei modi, sul binario di un tavolo aperto di confronto – dichiara Amedeo Sabato segretario Fai Cisl Toscana Nord – . E’ chiaro che ci aspettavamo qualcosa di più coscienzioso da parte dell’azienda, ovvero la chiusura della procedura di licenziamento, ma comunque ora si entra nella discussione, un passaggio sindacalmente rilevante“. “Per questo – spiega Sabato – il sindacato mantiene lo stato di agitazione e, almeno fino al prossimo incontro, non darà corso a azioni sindacali drastiche mantenendo la massima responsabilità in ottica costruttiva. In attesa degli sviluppi dell’incontro del 10 febbraio i lavoratori continueranno il loro lavoro con coscienza e dedizione come hanno sempre fatto, ed è una cosa non scontata”.

All’assemblea sindacale avvenuta in azienda ieri pomeriggio erano presenti anche il sindaco di Capannori Luca Menesini, i consiglieri regionali Valentina Mercanti e Mario Puppa, il consigliere di Lucca con delega al lavoro Roberto Guidotti e, per la parte sindacale, oltre a Amedeo Sabato di Fai Cisl, Maria Rosaria Costabile di Cgil, Massimo Bani segretario generale Cisl Toscana Nord, Massimiliano Gori di Fai Cisl Toscana. “Oggi abbiamo aperto uno spiraglio, niente più purché purtroppo il procedimento continua - dicono Marina Biasuzzi e Mario Raffanti, delegati sindacali aziendali - ma in realtà noi abbiamo molte speranze che questo possa dar spazio a una discussione successiva sul da farsi, e questa volta insieme”. Una piccola svolta che lascia intravedere il sereno con i nuvoloni neri però ancora decisamente incombenti. Le speranze dell’intero organico – per il futuro stesso dello stabilimento – sono dunque appese a quella data, quella di giovedì prossimo 10 febbraio a Firenze dove Valerio Fabiani, consigliere del presidente Giani per lavoro e crisi aziendali, ha convocato un incontro. In particolare stati invitati il presidente della Provincia di Lucca, il sindaco di Capannori, le organizzazioni sindacali di categoria e le rsu aziendali. Come di consueto, una volta fatto il punto con istituzioni e sindacati, la Regione chiederà di incontrare l’azienda.

Al momento resta scolpito nell’incubo di questi giorni, per ora cancellato da nessuno, quel passaggio agghiacciante nella lettere che i 26 lavoratori hanno ricevuto il 31 gennaio scorso dove si parla di “cessazione dell’unità produttiva che opera nella produzione del latte fresco per la vendita in Toscana e per la distribuzione locale a marchio San Ginese e Arborea“. Con le motivazioni annesse: “ La decisione di chiudere il sito di Capannori è conseguenza di una situazione di mercato complessa e in costante evoluzione negativa, che si protrae da oltre due anni, nonostante gli sforzi e gli investimenti che il Gruppo Arborea ha realizzato dopo l’acquisizione nel 2018“. Ma per i sindacati il fatturato c’è, l’azienda può guardare serena al suo domani. E si spera che davvero possa essere così.

L.S.