Saluto romano in campo, scoppia la rissa

Bufera coi tifosi lucchesi del Trebesto per il gesto di un giocatore della Croce Verde. Blitz delle forze dell’ordine, attesa la relazione dell’arbitro

Polizia in azione (foto di repertorio Attalmi)

Polizia in azione (foto di repertorio Attalmi)

Lucca, 19 febbraio 2020 - Un saluto “fascista“. Ci sarebbe questo all’origine del parapiglia avvenuto nel rovente finale di una partita di calcio del campionato federale di Terza categoria giocatasi lunedì sera a Viareggio. Un giocatore della squadra di casa della Croce Verde, rendendosi protagonista del gesto incriminato, avrebbe scatenato la reazione dei tanti tifosi lucchesi della Calcistica Popolare Trebesto che avevano seguito la loro squadra in questa trasferta viareggina. Animi agitatissimi, intervento corposo delle forze dell’ordine e calma ristabilita a fatica. In attesa del bollettino ufficiale con le decisioni del giudice sportivo, legate a ciò che l’arbitro ha scritto nel suo referto del dopo gara, cerchiamo di ricostruire i fatti sentendo la versione di chi era presente.

Il campo è quello del “Basalari“ al Marco Polo, dove una volta ogni due sabati gioca in casa la Croce Verde Viareggio. Stavolta però lì si gioca in posticipo per evitare la concomitanza col Carnevale. È una normale partita di Terza categoria. Niente lascia presagire l’uragano finale. La formazione ospite del Trebesto è seguita da un nutrito gruppo di tifosi che come loro abitudine accompagnano ovunque la loro squadra del cuore con animosità, coreografie, fumogeni e cori. Insomma un seguito da categoria superiore. La partita in campo è spigolosa ma corretta. La Croce Verde sul campo la perderà 3-1. Ma è proprio nei minuti finali, oltre il 90°, quando per altro non si è ancora capito bene se l’arbitro ha fischiato la fine o ha sospeso l’incontro, che accade l’episodio scatenante. Un giocatore della Croce Verde rivolge alla “curva“ dei tifosi ospiti un gesto che alcuni interpretano come “saluto romano“ e che fa degenerare i già bollenti spiriti dei tifosi della Calcistica Popolare Trebesto. 

L’allenatore della formazione viareggina Matteo Leva, che era stato da poco espulso dal campo, racconta cosa è successo: «A fine partita un mio giocatore ha fatto un gesto che però io non ho visto bene perché ero dall’altra parte oltre la recinzione del terreno di gioco. Da lì i tifosi ospiti, che già erano parecchio esagitati, hanno dato in escandescenza. Volevano buttare giù la rete ed entrare in campo con l’intento di aggredire in massa il nostro giocatore, minacciato in ogni modo. Per fortuna non si è arrivati al contatto. Ma per contenere quei circa 60 tifosi del Trebesto c’è voluto l’intervento di tante pattuglie della polizia e dei carabinieri. Nel piazzale davanti al campo alla fine si contavano 6 o 7 volanti delle forze dell’ordine». «Questi tifosi forse avevano bevuto un po’ troppo – conclude nel suo racconto dei fatti l’allenatore – erano agitati oltremisura. Dopo il gesto, che io non ho visto, hanno preso di mira il nostro giocatore in maniera molto violenta».