Rischio idraulico, è scontro politico

L’ex sindaco Ettore Neri accusa: "Non è vero che non è stato fatto niente". E Alessandrini ribatte

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E’ scontro tra l’ex sindaco Ettore Neri e l’attuale primo cittadino dopo la notizia dell’emergenza idraulica dei fiumi. "Falso dire che per venti anni non si è fatto nulla – dice infatti il segretario Pd, Ettore Neri – basta ricordare gli interventi a consolidamento del fronte lungo viale Leonetto Amadei all’area Medicea o la messa in sicurezza del Monte Costa. E va anche ricordato che il “fognone” è stato totalmente ripulito una decina di anni fa durante i lavori di riqualificazione di piazza Carducci. Per non parlare poi dei milioni di euro investiti nella messa in sicurezza delle vie della montagna e di Montorno. Poi che periodicamente sugli argini, le briglie, i versanti, la forestazione, ecc si debba intervenire appare assi ovvio. Ma la cosa più sbagliata è attribuire responsabilità e prendersi meriti in quanto amministratori perché questa è materia tutta regionale (soldi e progetti inclusi): Autorità di Bacino, Difesa del suolo e Protezione Civile, Autorità di Bacino. Si consiglia un ripasso dal responsabile del settore Giovanni Massini. Quanto alle azioni svolte dal Comune a tutela della sicurezza del territorio e dei cittadini si suggerisce un colloquio con l’ingegner Roberto Orsini".

A ribattere a tono il sindaco Lorenzo Alessandrini. "Se sulla situazione del fiume un mio predecessore si è sentito toccato sul vivo dalle mie parole – evidenzia – mi dispiace ma non ci posso far niente. Il capoluogo oggi non è più in sicurezza, mentre subito dopo l’alluvione lo era. Per questo mi sto coordinando d’urgenza col Genio Civile per trovare una strategia efficace e operativamente rapida. Forse era bene farlo prima. Non mi pare che la citazione che Neri fa di interventi fatti in passato sulla strada della montagna o sulla piazza Carducci sia molto utile e nemmeno pertinente col tema del fiume, così come citare il ruolo di professionisti che non c’entrano niente con le responsabilità istituzionali e di protezione civile, che sono tutte del sindaco. I fatti parlano chiaro: dopo solo venti anni dai lavori di messa in sicurezza, il fiume è di nuovo malmesso, fortemente. Il condotto sotterraneo secolare che porta via l’acqua da Seravezza è stato danneggiato dai massi, si sono aperte delle falle, e il “fognone” ha perso la sua funzione. Non mi risulta che qualcuno abbia segnalato il problema emergente per correre ai ripari quando si era ancora in tempo. I danni adesso sono ingenti, l’acqua ha scavato dappertutto sotto le sponde, e gli interventi di messa in sicurezza costeranno molto cari. Lo stesso problema di incuria l’ho registrato nella piana di Querceta. Il Piano Paris di messa in sicurezza del Versilia dopo l’alluvione, prescriveva alleggerimenti dei materiali litoidi almeno biennali. Sono stati fatti?"

Francesca Navari