«Paga o riveliamo ai tuoi familiari che sei gay»

La Procura chiede il processo per due persone accusate di rapina ed estorsione. Uno gestiva un sito di prostituzione maschile

Un giovane lucchese vittima di un ricatto hard dopo un incontro  a pagamento con un “escor

Un giovane lucchese vittima di un ricatto hard dopo un incontro a pagamento con un “escor

Lucca, 8 novembre 2019 - La Procura ha chiesto il rinvio a giudizio per due persone accusare di rapina ed estorsione a luci rosse ai danni di un cinquantenne lucchese, anche attraverso un sito che diffondeva occasioni di prostituzione maschile. L’udienza preliminare si terrà il 14 febbraio 2020 davanti al gup Nerucci. Gli imputati sono un marocchino di 23 anni abitante a Empoli e un pisano di 41 anni. I fatti risalgono all’estate 2018. Il pisano è accusato di aver sfruttato e agevolato la prostituzione maschile tramite un sito internet da lui amministrato dove si proponevano occasioni di incontro a pagamento per omosessuali con alcuni uomini esplicitamente definiti “escort“. Il 41enne pisano avrebbe indicato come recapito il proprio cellulare fornendo contatti, intermediazione e i servizio di organizzazione degli incontri. In molti casi i giovani “gigolò“ disponibili a prestazioni retribuite erano pubblicizzati anche con foto a contenuto osceno e per questa “vetrina“ a luci rosse pagavano 100 euro al mese al titolare del sito internet. I prezzi praticati ai clienti per gli incontri gay andavano invece da 100 euro per un’ora a 400 per tre ore. Lo stesso 41enne pisano e il 23enne marocchino, che faceva appunto l’escort, devono anche rispondere in concorso tra loro dei reati di rapina ed estorsione ai danni di un impiegato lucchese di 50 anni. Si sarebbero fatti consegnare in più occasioni varie somme di denaro per un ammontare di 3mila euro, fra contanti e ricariche Postepay. L’uomo, dopo un incontro con il marocchino, sarebbe stato ricattato e costretto a pagare quei soldi, dietro una concreta minaccia. «Se non paghi – gli dicevano, secondo l’accusa – facciamo conoscere ai tuoi familiari, ai conoscenti e ai vicini di casa le tue frequentazioni omosessuali...». L’impiegato lucchese, preoccupato dalla possibile divulgazione di foto e video a luci rosse compromettenti, aveva versato loro alcune centinaia di euro per volta, fino a che le richieste non erano diventate sempre più pressanti. A quel punto, sgomento, si era deciso a denunciare l’estorsione alla polizia e aveva fatto scattare l’inchiesta nei confronti del pisano e del marocchino. Le indagini della squadra mobile di Lucca, coordinate dalla Procura, hanno portato poi alla richiesta di processare i due imputati, su cui dovrà pronunciarsi il giudice nell’udienza preliminare fissata per il prossimo 14 febbraio, giorno di San Valentino.  

P.Pac. © RIPRODUZIONE RISERVATA