"Siate ribelli, pensate con le vostre teste e non abbiate paura di dire “no“". Sono i consigli che il regista Michele Placido, ieri mattina al cinema Moderno, ha regalato con genuinità ad una platea di oltre 300 ragazzi delle scuole superiori della città. Di fronte a lui c’erano gli studenti del liceo artistico Passaglia, del liceo classico Machiavelli, dell’istituto Fermi Giorgi e del Carrara Nottolini. Parole che ad alcune orecchie suoneranno come insolite, fuori dal comune se non addirittura pericolose, ma che ieri, tra quelle poltrone rosse, sapevano di fresco, di sincero, di onesto. Sono servite a dare coraggio e forza a chi spesso e volentieri, nella società odierna, non si sente neppure ascoltato. I giovani, appunto. Che di fronte a quelle parole di incoraggiamento sono rimasti sbalorditi ed entusiasti, lo si leggeva nei loro occhi. L’incontro tra il grande regista italiano e gli studenti è stato organizzato nell’ambito di un progetto scolastico che si pone l’obiettivo di avvicinare le nuove generazioni al mondo e alla cultura del cinema. C’era la dirigente dell’ufficio scolastico provinciale Donatella Buonriposi, gli insegnanti, gli assessori Testaferrata e Pisano, ovviamente il sindaco Pardini.  Placido è arrivato subito dopo la proiezione del suo ultimo film: “L’ombra di Caravaggio“. Ha fatto il suo ingresso in sala, tra gli applausi, insieme al figlio Michelangelo, che fa parte del cast, e alla produttrice Federica Vincenti. Gli studenti, rimasti piacevolmente in silenzio e in riflessione subito dopo aver visto la pellicola, non hanno avuto dubbi nel rivolgergli domande acute e attente, per le quali lo stesso regista è rimasto colpito. È proprio grazie a quelle domande che l’incontro sul cinema è diventato una vera e propria lezione di vita. Michele Placido, che a detta del figlio è un “regista severo ma un padre dolce, che va contro le regole e ha insegnato anche a me a farlo“ ha messo la sua esperienza e la sua saggezza a disposizione dei più giovani. Il che non è per nulla scontato.  "La famiglia è giusto che dia l’esempio, ma i figli vanno lasciati liberi di sbagliare - ha detto Placido - perché l’errore è esperienza".  E così, citando modelli come Giordano Bruno, Dario Fo, ma anche lo stesso Merisi, ha parlato di libertà. "Ho scelto Caravaggio per un esempio straordinario di libertà. Libertà di parola, di scrittura, di pittura, che non si può censurare - ha continuato - Lui poi ha iniziato da giovane, e non si può dire a un giovane “no“. E poi a me piacciono i ribelli". Lui stesso si è definito tale, senza nascondere un pizzico di soddisfazione nel farlo.  "Nella mia vita ho fatto il poliziotto, ma ho fatto anche il ’68 - ha spiegato sotto gli sguardi inconsapevoli di cosa questo voglia dire - sono andato al di là della barricata. Sono diventato un ribelle. Ho fatto l’accademia nazionale di arte drammatica e ho contestato la scuola di quegli anni perché era vecchia, obsoleta, contraria alle aspirazioni dei giovani". Ma la libertà, la ribellione hanno un prezzo e la vita stessa, anzi la morte di Caravaggio lo dimostra. "Il suo corpo non è stato mai ritrovato, ma è morto di morte violenta, assassinato. Perché era un personaggio scomodo - racconta Placido - La storia ci insegna che i personaggi scomodi vengono fatti fuori, per interessi altrui. È la verità".  E tornando al cinema, quale migliore espressione di libertà esiste se non l’arte, nelle sue infinite sfumature. Per imparare la libertà è necessario avvicinare i giovani all’arte. Inserire il rapper Tedua tra gli attori de “L’ombra di Caravaggio“ è stato strumentale anche per questo. "Abbiamo pensato che per creare un collegamento con le nuove generazioni ci volesse uno di loro - conclude Placido - Grazie a lui abbiamo avuto un pubblico di giovani, per i quali in Italia non si fa mai abbastanza. Molti di loro sentono il cinema, il teatro, come qualcosa di vecchio, di distante. Bisogna lavorare affinché non sia più così e c’è ancora molto da fare". Teresa Scarcella

Cronaca

"Siate ribelli, pensate con le vostre teste e non abbiate paura di dire “no“". Sono i consigli che il regista Michele Placido, ieri mattina al cinema Moderno, ha regalato con genuinità ad una platea di oltre 300 ragazzi delle scuole superiori della città. Di fronte a lui c’erano gli studenti del liceo artistico Passaglia, del liceo classico Machiavelli, dell’istituto Fermi Giorgi e del Carrara Nottolini. Parole che ad alcune orecchie suoneranno come insolite, fuori dal comune se non addirittura pericolose, ma che ieri, tra quelle poltrone rosse, sapevano di fresco, di sincero, di onesto. Sono servite a dare coraggio e forza a chi spesso e volentieri, nella società odierna, non si sente neppure ascoltato. I giovani, appunto. Che di fronte a quelle parole di incoraggiamento sono rimasti sbalorditi ed entusiasti, lo si leggeva nei loro occhi. L’incontro tra il grande regista italiano e gli studenti è stato organizzato nell’ambito di un progetto scolastico che si pone l’obiettivo di avvicinare le nuove generazioni al mondo e alla cultura del cinema. C’era la dirigente dell’ufficio scolastico provinciale Donatella Buonriposi, gli insegnanti, gli assessori Testaferrata e Pisano, ovviamente il sindaco Pardini. 
Placido è arrivato subito dopo la proiezione del suo ultimo film: “L’ombra di Caravaggio“. Ha fatto il suo ingresso in sala, tra gli applausi, insieme al figlio Michelangelo, che fa parte del cast, e alla produttrice Federica Vincenti. Gli studenti, rimasti piacevolmente in silenzio e in riflessione subito dopo aver visto la pellicola, non hanno avuto dubbi nel rivolgergli domande acute e attente, per le quali lo stesso regista è rimasto colpito. È proprio grazie a quelle domande che l’incontro sul cinema è diventato una vera e propria lezione di vita.
Michele Placido, che a detta del figlio è un “regista severo ma un padre dolce, che va contro le regole e ha insegnato anche a me a farlo“ ha messo la sua esperienza e la sua saggezza a disposizione dei più giovani. Il che non è per nulla scontato. 
"La famiglia è giusto che dia l’esempio, ma i figli vanno lasciati liberi di sbagliare - ha detto Placido - perché l’errore è esperienza". 
E così, citando modelli come Giordano Bruno, Dario Fo, ma anche lo stesso Merisi, ha parlato di libertà. "Ho scelto Caravaggio per un esempio straordinario di libertà. Libertà di parola, di scrittura, di pittura, che non si può censurare - ha continuato - Lui poi ha iniziato da giovane, e non si può dire a un giovane “no“. E poi a me piacciono i ribelli". Lui stesso si è definito tale, senza nascondere un pizzico di soddisfazione nel farlo. 
"Nella mia vita ho fatto il poliziotto, ma ho fatto anche il ’68 - ha spiegato sotto gli sguardi inconsapevoli di cosa questo voglia dire - sono andato al di là della barricata. Sono diventato un ribelle. Ho fatto l’accademia nazionale di arte drammatica e ho contestato la scuola di quegli anni perché era vecchia, obsoleta, contraria alle aspirazioni dei giovani". Ma la libertà, la ribellione hanno un prezzo e la vita stessa, anzi la morte di Caravaggio lo dimostra. "Il suo corpo non è stato mai ritrovato, ma è morto di morte violenta, assassinato. Perché era un personaggio scomodo - racconta Placido - La storia ci insegna che i personaggi scomodi vengono fatti fuori, per interessi altrui. È la verità". 
E tornando al cinema, quale migliore espressione di libertà esiste se non l’arte, nelle sue infinite sfumature. Per imparare la libertà è necessario avvicinare i giovani all’arte. Inserire il rapper Tedua tra gli attori de “L’ombra di Caravaggio“ è stato strumentale anche per questo. "Abbiamo pensato che per creare un collegamento con le nuove generazioni ci volesse uno di loro - conclude Placido - Grazie a lui abbiamo avuto un pubblico di giovani, per i quali in Italia non si fa mai abbastanza. Molti di loro sentono il cinema, il teatro, come qualcosa di vecchio, di distante. Bisogna lavorare affinché non sia più così e c’è ancora molto da fare".
Teresa Scarcella

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"Ribellatevi, pensate in autonomia" La lezione di Placido agli studenti

Il regista ha fatto il suo ingresso al cinema "Moderno" fra gli applausi di ragazze e ragazzi delle superiori. Dopo la proiezione del suo ultimo film “L’ombra di Caravaggio“ ha parlato di arte, libertà, vita

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