Colpo al Conad, retroscena choc: il rapinatore è un poliziotto. Arrestò terrorista

Il poliziotto è in forza a Pisa. Nel 2003 arrestò Cinzia Banelli. "Questo per noi - commenta il questore - è un giorno di grande sofferenza" BANDITO SOLITARIO ASSALTA IL CONAD DI SANT'ALESSIO

Un fotogramma della rapina e, nel riquadro, Daniele Trubiano

Un fotogramma della rapina e, nel riquadro, Daniele Trubiano

Lucca, 29 settembre 2015 - Rapina con retroscena choc quella messa a segno ieri sera al supermercato Conad. L'autore del colpo, come spiegato questa mattina in questura dal dottor Vincenzo Ciarambino, è un poliziotto in forza a Pisa, in servizio come assistente capo. L'uomo, Daniele Trubiano, detto Lama, circa 50 anni, lucchese, prima residente a Sant'Angelo in Campo, ha tentato la rapina con l'arma di ordinanza ma caricata con proiettili più grandi di quelli di ordinanza; di fatto l'arma non poteva spararare. Un profondo choc per il questore che parla di "una sofferenza grande, amplificata dal fatto che oggi è il giorno di San Michele, giorno della nostra festa".

Il bottino della rapina ammonta a 3.990 euro, ma, ricordiamo, il poliziotto-rapinatore era stato fermato all'uscita del supermercato da due dipendenti e due passanti che di fatto lo hanno consegnato alle Volanti giunte ieri sera sul posto. La terribile scoperta per la polizia è arrivata questa mattina, quando dopo controlli incrociati si è appreso che il rapinatore era un collega.

Il poliziotto era attivo nella sezione investigativa della Digos e in passato si era occupato di antiterrorismo facendo parte anche della squadra che si era occupata delle indagini sulle nuove brigate rosse e che portarono all'arresto della brigatista pisana Cinzia Banelli.

«Siamo sconcertati e davvero non sappiamo dare una spiegazione a quanto successo. Negli ultimi tempi non ha mai dato segni di nervosismo o altri segnali che lasciassero prevedere qualcosa di preoccupante», ha poi detto il questore di Pisa, Alberto Francini. «Era rientrato in servizio - ricorda il questore - dopo un periodo di malattia ma le sue condizioni psicofisiche erano buone. È un fatto inspiegabile, che ci amareggia. Nessuno, neppure tra i suo colleghi più stretti, riesce a dare una motivazione al gesto che ha compiuto». L'agente, in servizio nella squadra antiterrorismo della Digos, è stato immediatamente sospeso in attesa dell'esito del procedimento penale a suo carico che «già alla conclusione del processo di primo grado - ha sottolineato Francini - potrebbe portare in caso di condanna alla destituzione da poliziotto».