Quando la discriminazione entra nello sport “Mai atleti transgender nelle Olimpiadi“

Gabriele Nelli, pallavolista italiano nel ruolo di Opposto ci rivela luci e ombre dei rapporti non paritari

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Gabriele Nelli, pallavolista, gioca in Nazionale con ruolo di Opposto.

Sa cosa significa discriminazione di genere? Sì, rappresenta il trattamento non paritario tra uomo e donna. La discriminazione è nella mente di tutti perché è la società attuale che ci porta ad avere degli stereotipi. Si discrimina senza accorgersene, senza voler offendere ma purtroppo lo si fa, non solo tra uomo e donna ma in qualsiasi ambito.

In ambito sportivo ci sono differenze di ruoli o abilità tra maschi e femmine? Purtroppo sì perché lo sport agonistico e professionistico è ancora di dominio maschile. Un esempio: non ci sono allenatrici ad alto livello, i telecronisti sono la maggior parte uomini, gli arbitri pure. Anche la tv predilige mandare in onda l’uomo piuttosto che la donna. Anche lo stipendio è diverso tra uomo e donna. Ma sono sicuro che cambierà, con il tempo ruoli e abilità verranno eguagliate da entrambi i sessi, senza discriminazioni.

Ci sono sport che sono solo da maschi o solo da femmine? No. Ci sono persone adatte ai vari sport.

L’ambito sportivo discrimina chi si propone con la propria identità di genere? Purtroppo sì, basti pensare che nelle Olimpiadi non ci sono mai state persone transgender, ovvero persone nate nel corpo che non li rappresenta. Ma le cose cambieranno, una prima vittoria l’ha fatta Tiffany, una pallavolista transgender che è riuscita a giocare nel campionato femminile.