Protesi scelte in cambio di favori Un patteggiamento e 12 a giudizio

Due anni e 10 mesi al responsabile commerciale di “Ceraver Italia“. A processo l’amministratore. della clinica “Barbantini“

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Un patteggiamento e dodici rinvii a giudizio. Questo il bilancio dell’udienza preliminare tenutasi davanti al gup Antonia Aracri per una vicenda di presunta corruzione legata alle protesi ortopediche impiantate alla clinica Barbantini, venuta alla luce nel settembre 2017.

Il responsabile commerciale della “Ceraver Italia“, Denis Panico, 45 anni, finito in carcere 4 anni fa nel filone principale dell’inchiesta “Disturbo“ avviata dalla procura di Monza, ha patteggiato 2 anni e 10 mesi in continuazione proprio con un’altra condanna del tribunale lombardo. Rinviati invece a giudizio gli altri imputati, tra i quali l’amministratore delegato della “Santa Chiara Srl“ (che ha in affitto la clinica lucchese “Barbantini“) Claudio Altamura, alcuni chirurghi romani, mediatori e amministratori della società francese. Per tutti le accuse sono di corruzione impropria. Il processo si aprirà in primavera.

Il caso era esploso nell’autunno 2017, con alcuni arresti scattati in Lombardia e la sospensione dal servizio di alcuni medici, in relazione all’utilizzo di protesi ortopediche per anca e ginocchio scelte per i pazienti da chirurghi che in cambio avrebbero incassato favori e denaro dalla multinazionale francese “Ceraver“. Sotto inchiesta erano finiti anche alcuni medici che operavano presso la clinica del centro storico, convenzionata con il Servizio Sanitario Nazionale.

Secondo l’accusa, per comprare e utilizzare queste protesi (peraltro ritenuta di ottima qualità), i chirurghi ottenevano il pagamento di somme di denaro (chiamate dagli indagati il "disturbo", da cui il nome dell’operazione delle Fiamme gialle) o altre utilità, cene, viaggi, alberghi, biglietti aerei, partecipazioni a congressi. Il tutto sarebbe avvenuto dal febbraio 2016 in poi. Ai chirurghi romani che venivano a operare alle “Barbantini“ per impiantare le protesi “Ceraver“, viene contestato anche il fatto che fossero loro pagate spese di viaggio, taxi, pernottamento, vitto e alloggio a Lucca, più altri vantaggi economici. Venivano operati pazienti provenienti anche dal Lazio, per i quali sarebbero stati riconosciuti contratti vantaggiosi ai chirurghi. A Panico, responsabile commerciale, sarebbero stati versati circa 180 euro per ciascuna protesi impiantata.

P.Pac.