'Prezzi, il sistema è andato in tilt'. I costruttori edili lanciano l’allarme

Il presidente della Cassa edile lucchese Stefano Varia fa il punto sulle difficoltà nel sistema degli appalti "Adesso lottiamo con gli enti pubblici perché ci si misuri per il riconoscimento degli aumenti"

Migration

L’impennata dei prezzi delle materie prime preoccupa non poco le imprese del settore edilizio. Reduci da oltre un decennio di crisi nera, nell’arco temporale che va dal 2009 al 2020, in Italia si è registrata un’imponente moria di aziende: meno 35% delle imprese e meno 45% degli occupati. In lucchesia la situazione combacia con quella nazionale.

A fare il punto su che cosa sta succedendo, è il presidente della Cassa edile lucchese Stefano Varia, componente il consiglio di Ance Toscana e Confindustria Toscana nord. "Venivamo da un calo dei finanziamenti per le opere pubbliche che poi ha visto,tra il 2020 e il 2021, un’importante ripresa – sottolinea Varia – Purtroppo ci ha messo lo zampino il vertiginoso aumento dei prezzi che ha mandato in tilt il sistema; è vero, quello dell’edilizia privata, con il bonus facciate e il 110%, ha fatto registrare un’impennata del lavoro ma – precisa il presidente della Cassa edile lucchese – anche il settore privato è stato comunque interessato dall’aumento delle materie prime".

A mettere una pezza alla situazione di cortocircuito economico, ci ha pensato il governo con il decreto del luglio 2021: "Il provvedimento – prosegue Varia – ha tenuto conto della revisione dei prezzi ma relativa soltanto al primo semestre dell’anno in cui è stato emanato; adesso lottiamo con gli enti pubblici perché ci si misuri per il riconoscimento degli aumenti". A seguire, il governo ha legiferato ulteriormente attraverso il decreto legge n° 4 del 27 gennaio di quest’anno. È comunque corretto parlare di ripresa, anche se la situazione di cui godeva l’edilizia non è certamente ritornata ai tempi più prosperi.

"Aver recuperato anche un buon 20% – spiega Varia – è un dato indubbiamente incoraggiante ma noi avevamo raggiunto, appunto, un -45% degli occupati quindi, nonostante l’incremento, il saldo continua ad essere negativo".

C’è poi un’altra piaga, figlia di questa perdita di posti di lavoro. Le persone rimaste senza occupazione hanno cercato di trovarne una nuova: il quadro attuale è quello che evidenzia come, sul mercato, non sia reperibile mano d’opera qualificata. "Le imprese come le nostre – sottolinea il presidente Varia – non si creano in poco tempo; hanno bisogno di essere strutturate, pertanto anche questo fattore rappresenta un problema".

Passiamo all’attualità, con la questione del Ponte sul Serchio. Varia, imprenditore serio ed esperto, si lascia andare a una considerazione: "La Provincia è stata coraggiosa ad agire così di fronte alla costruzione del nuovo ponte; imprese in grado di costruire un’infrastruttura di questa portata si contano sulle dita di una mano e parlo di tutta Italia; quello progettato è un manufatto che solo per il ponte principale prevede 2milioni e mezzo di chili di acciaio, mentre per il ponte secondario 500mila chili: le imprese lucchesi hanno preferito non partecipare alla gara anche perché il costo, alla luce dei rincari, aumentava di circa 6milioni: si sarebbe trattato di fare beneficenza, una follia".

Stefano Varia guarda in avanti anche se i numeri, che segue dal suo particolare osservatorio, non lasciano scampo: "Abbiamo perso imprese e posti di lavoro, il prezzo del ferro è andato da 0.50 centesimi a 1 euro; gli aumenti del gas sono esorbitanti e i venti di guerra tra Russia e Ucraina non ci fanno dormire sonni tranquilli; tuttavia confidiamo che la ripresa possa proseguire e, senza dubbio, i fondi del Pnrr rappresentano per noi un importante futuro".

Molto dipenderà anche dalle scelte politiche: le energie rinnovabili, a cui anche Varia fa riferimento "rappresentano oggi solo il 10% del fabbisogno; non dimentichiamo, poi, che dietro all’edilizia, circolano tante altre imprese; e un altro errore – chiosa il presidente – è stato quello di dismettere la produzione dell’acciaio".

Maurizio Guccione