"Più richieste di aiuto con la seconda ondata"

Stress psicologico legato alla pandemia, l’analisi del dottor Sarlo, direttore della Salute mentale dell’Asl. "Aumento, tra il 5 e il 10 per cento, dei casi"

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"A livello psicologico c’è una differenza su come le persone stanno affrontando questo secondo lockdown: a marzo ci fu partecipazione, con l’estate che era a un passo, ora c’è maggiore ribellione e maggiori problemi: le persone sono sfinite, l’estate è lontanissima e si chiedono come ci arriveremo".

A sottolinearlo è il dottor Roberto Sarlo, direttore del dipartimento Salute mentale della Usl Toscana Nord Ovest. Sarlo lavora al San Luca e ogni giorno ha davanti a sé gli effetti indiretti di questa pandemia da Covid, quelli che arrivano a colpire anche duramente la psiche, che si ripercuotono nell’uso dei farmaci antidepressivi.

"L’andamento dei disturbi psichici correlato alla pandemia ha avuto un diverso decorso: nella prima fase, a marzo, abbiamo registrato un calo negli accessi. Non è strano: nei momenti drammatici, ce lo insegna la stessa letteratura in materia, i disturbi psichici si riducono. Successivamente, tra giugno e agosto, con il calo della prima ondata della pandemia, c’è stata una recrudescenza con nuovi accessi".

Quali le cause?

"Gli effetti stressogeni sulle persone si sono iniziati a sentire, anche per le perdite: perdite intese come lutti, ma anche legate alle attività lavorative con paura dei tracolli economici. Attualmente, con la seconda ondata della pandemia, non registriamo una riduzione come a marzo: c’è un aumento, tra il 5 e il 10 per cento, dei casi, legato sia alle persone fragili che alle richieste di nuovi soggetti".

Avete qualche segnale che la composizione socioeconomica delle persone in cura è cambiata con il Covid?

"Ci sono persone che hanno problemi economici acclarati, ma anche che temono possano arrivare problemi a causa della precarietà di molti lavori".

Quante sono le persone che seguite annualmente?

"Siamo a circa 2900 nella Piana e 1900 nella Valle del Serchio e Garfagnana, stiamo parlando di situazioni abbastanza gravi anche se il servizio è aperto a tutti e dunque anche una persona che può avere qualche semplice problematica del sonno può rivolgersi a noi".

Avete segnali di aumenti nei suicidi?

"Non ho numeri, ma la sensazione è che ci sia una recrudescenza, in linea con quanto sta avvenendo a livello nazionale".

E sui farmaci specifici?

"C’è un aumento nell’uso degli antidepressivi e degli ansiolitici che però è attribuibile sia alla Salute mentale e ai medici di base".

Quali sono le principali patologie psichiche che si manifestano collegate alla pandemia?

"Depressioni anche gravi, disturbi post traumatici da stress e disturbi ansiosi. Va tenuto presente che accanto alle categorie più a rischio Covid, soggetti cosiddetti deboli a partire dagli anziani, ci sono anche eccezioni che finiscono per colpire persone giovani e almeno apparentemente sane: tutto questo crea il timore dell’ignoto, crea paura".

C’è anche chi si chiude in lockdown volontario, ben al di là delle prescrizioni del governo.

"Sono fenomeni che denotano un principio di una reazione depressiva, c’è anche questa tendenza, sia pure non diffusissima. Nell’autolockdown manca la capacità di vedere il proprio futuro".

C’è un modo per limitare i danni alla psiche che derivano da questa situazione?

"Le norme di prevenzione vanno naturalmente osservate, e a volte non succede, quello che si può fare è riscoprire i piccoli piaceri quotidiani e poi non farsi travolgere dalle notizie, per quanto sia presente dentro di noi una voglia di autodistruzione, bene non stare a sentire in maniera continua, martellante le notizie, senza per questo, ovviamente, negare il fenomeno".

Fabrizio Vincenti