Picchia l’amico che lo ospita: "Non hai pulito bene casa"

Offese, botte e angherie tra le quattro mura, scatta l’esposto in Procura I due uomini si conoscevano da tempo, ma con il lockdown è scoccata la violenza

La vittima dei maltrattamenti aveva ospitato il 50enne nella propria abitazione (Archivio)

La vittima dei maltrattamenti aveva ospitato il 50enne nella propria abitazione (Archivio)

Lucca, 24 febbraio 2021 - "Non hai passato bene l’aspirapolvere". Oppure "Questa pasta fa schifo". E poi giù con le minacce: "Ti riempio di botte". Ma anche con parole come "mongoloide" e "imbecille". Parole che hanno avvolto la vittima in una spirale di umiliazioni e angoscia. Culminata poi a metà aprile 2020, in pieno lockdown, con botte vere: gomitate, calci ai fianchi e un pugno sull’occhio.

È la storia di maltrattamenti domestici su cui la Procura, dopo un esposto presentato questa estate, ha aperto un fascicolo per lesioni, minacce e maltrattamenti a carico di un esperto d’arti marziali di 50 anni. Ma la vittima, stavolta, è un uomo: un 40enne residente in provincia di Lucca, amico e “allievo“ di quello che, 11 mesi fa, mentre il virus imperversava e le persone si tappavano in casa, si trasformerà, secondo la denuncia, da convivente forzato in ospite violento.

I due vivevano nell’appartamento del 40enne da 5 anni. Nessun legame sentimentale: solo amicizia fraterna. Nata quando il 40enne iniziò a frequentare la palestra dove il 50enne si esercitava. L’esperto d’arti marziali diventerà per lui un punto di riferimento: non solo un maestro d’autodifesa, ma un amico. E per un amico si è disposti a tutto: anche offrire il proprio tetto in un momento di difficoltà. Così il 50enne, nel 2015, fa fagotto e si trasferisce nel soggiorno dell’allievo. Quella che però doveva essere una sistemazione momentanea, diventa qualcosa di più. I due, da amici, diventano coinquilini: ognuno col proprio lavoro. Fin qui tutto bene.

Almeno fino allo scoccare della pandemia quando i due si trovano murati in casa per buona parte della giornata. Soprattutto il 50enne: palestra chiusa e addio corsi. Il suo nervosismo cresce. L’escalation, in base alla denuncia, arriva ad aprile con atteggiamenti vessatori verso il padrone di casa. Il 40enne viene accusato di cucinare male, pulire poco l’abitazione, nonostante quella sia casa sua. Lui incassa, pazienta in attesa che l’amico sbollisca.

Ma il 50enne, in base a quanto riportato nell’esposto, diventa sempre più intrattabile. E prima arrivano le offese: "imbecille", "mongoloide", "testa di c...o". Poi le minacce. Finché, a metà aprile, alza le mani. E quando a farlo è un esperto d’arti marziali che dovrebbe pure essere un amico, il rischio di far male all’anima e al fisico, raddoppia. Il 40enne si ritrova con un occhio nero. Ma non fiata, vuol salvare il suo maestro. Al lavoro però i colleghi lo vedono col volto gonfio, gli chiedono spiegazioni. Lui risponde: "Sono caduto dalle scale".

Tra le quattro mura, intanto, i lividi si fanno strada su fianchi e braccia. I fratelli del 40enne se ne accorgono. Parlano con lui che, alla fine, si sfoga e vuota il sacco. Poi chiedono spiegazioni al suo ospite. Ma lui si difende: "E’ vero l’ho colpito, ma ci stavamo allenando". La storia, per la famiglia, non regge: il 50enne è obbligato a fare le valigie per sempre. Intanto arriva il referto del pronto soccorso a cui i familiari, dopo giorni, fanno rivolgere il 40enne. C’è n’è abbastanza per presentare un esposto alla Procura che, ora, indaga sull’accaduto. Il rischio, per il 50enne, è un’accusa per maltrattamenti e lesioni. Il verdetto dell’ospedale: ecchimosi su braccia e fianchi. Tagli all’occhio e un forte stato d’ansia. Ferite che sanguinano meno della piaga aperta da un’amicizia tradita.

Claudio Capanni