Asl Lucca, il personale Covid va in corsia. "Li recluteremo nei servizi ordinari"

Carenze neglli organici, Andrea Lenzini (direttore dipartimento infermieri), illustra la possibile via di uscita “Ad oggi abbiamo quasi 200 tra infermieri, Oss e ostetriche impegnati nelle attività aggiuntive“

Personale Covid negli ospedali

Personale Covid negli ospedali

Lucca, 8 settembre 2022 - Carenza di camici bianchi, l’Azienda Usl Toscana nord ovest si dichiara pronta a tenere in campo il personale che era stato reclutato per l’emergenza pandemica, sopratutto in ordine a infermieri e Oss (operatori socio sanitari). “Fortunatamente assistiamo a una de-escalation sul fronte assistenziale Covid – spiega l’Asl in una nota ufficiale – , che permetterà a breve di ridurre le aree la presenza di personale specificatamente dedicato, andando a rinforzare altri settori, anche per permettere la ripresa delle attività routinarie dopo il periodo estivo“. La Direzione aziendale, insieme al Dipartimento delle professioni infermieristiche e ostetriche, si dice impegnata quotidianamente a verificare i carichi assistenziali, i flussi dei degenti e delle attività nei vari reparti di degenza e servizi, per fornire in tempo reale le risposte assistenziali più congrue, fermo restando le “ormai note difficoltà a reperire personale“.

“Quello che colpisce, nel confronto tra il 31 dicembre 2019 (epoca pre-Covid) e il 2022, è il personale infermieristico impiegato in attività nuove o potenziate – premette –. Nell’ambito territoriale di Lucca si sono occupati di servizi aggiuntivi e innovativi rispetto a tre anni fa, grazie anche alle nuove acquisizioni di personale, 97 infermieri, 95 Oss e 5 ostetriche. In particolare nella Zona della Piana di Lucca l’impiego di personale per nuove attività ha riguardato 90 infermieri, 75 Oss e 4 ostetriche. Hanno garantito azioni legate al Covid (come l’istituzione del check point all’ingresso dell’ospedale San Luca e il supporto alle Usca - Unità Speciali di Continuità Assistenziale) ma anche altre non legate direttamente alla pandemia (ad esempio l’apertura di Hospice e Cure palliative e il potenziamento dell’infermieristica di famiglia).

Nello specifico della Zona della Valle del Serchio, invece, il personale impiegato per nuovi servizi è rappresentato da 7 infermieri, 20 Oss e 1 ostetrica. Si sono occupati sia di servizi Covid (come l’istituzione del check point all’ingresso degli ospedali di Barga e Castelnuovo Garfagnana) che no Covid ( anche in questo caso, ad esempio, il potenziamento dell’infermieristica di famiglia e l’adeguamento della dotazione consultoriale“.

“Questi dati – evidenzia il direttore del Dipartimento delle professioni infermieristiche e ostetriche, Andrea Lenzini – confermano che in questi tre anni è cambiato in maniera sostanziale il nostro modo di fare sanità.

La pandemia e tutti gli aspetti correlati a questo periodo complesso e senza precedenti nella nostra storia sanitaria hanno reso necessario aprire nuovi servizi e/o potenziare e/o adeguare alle esigenze del momento alcune attività già esistenti“. “E’ stato uno sforzo incredibile per tutto il nostro personale – prosegue – che in certi casi è stato chiamato a modificare le sue abitudini lavorative e i suoi comportamenti quotidiani. La risposta degli operatori è stata però straordinaria e vorrei ringraziarli tutti, ad uno ad uno, per quello che hanno fatto nel periodo di picco pandemico ma anche per quello che stanno facendo oggi“.

“Se i dati sulla pandemia, come ci auguriamo, continueranno a diminuire – spiega il dottor Lenzini – , alcuni di questi operatori potranno essere impiegati in settori più tradizionali in maniera da consolidare il personale nei reparti ospedalieri e sul territorio“. “Un aspetto che mi preme sottolineare è quello del potenziamento in corso del modello dell’infermiere di famiglia e di comunità, che era partito sul territorio dell’Azienda Usl Toscana nord ovest proprio dall’anno 2019, introdotto dalla Regione con la delibera 597 del giugno 2018 – evidenzia il dirigente – . La nuova figura ha permesso di sviluppare nuovi modelli organizzativi territoriali, in grado di rispondere sempre più alla gestione della cronicità, come era emerso anche da una riflessione all’interno del dipartimento infermieristico aziendale. La sua funzione primaria è quella di prendere in carico un gruppo ben definito di cittadini, per rispondere ai loro bisogni di assistenza, intercettandoli anche prima che si manifestino. L’infermiere diventa il riferimento per una popolazione geograficamente definita e conosciuta in sinergia con il medico curante“.