Ha preso il via ieri mattina in tribunale, davanti al gip Trinci, l’incidente probatorio per l’assegnazione degli incarichi ai periti nell’indagine sulla tragica esplosione di gas che il 27 ottobre scorso a Torre aveva provocato la morte di tre persone: Luca Franceschi, 69 anni, la compagna Lyudmyla Perets di 44 e Debora Pierini, neomamma di 26. I tecnici impegnati nella ricostruzione dell’accaduto al momento sono otto: 1 nominato dal pm, 3 dal gip e 4 dalla difesa, ma tre avvocati si sono riservati di nominarne altri. Si tratta dell’ingegner Francesco Marotta (per il pm); dell’ingegner Marcello Mossa Verre (direttore tecnico Arpat), dell’ingegner Francesca Andreis (funzionario Arpat Livorno, settore rischio industriale) e l’ingegner Andrea Villani (funzionario Arpat Pisa, settore rischio industriale) per il gip; poi per la difesa l’ingegner Achille Dall’Aglio, il professor Claudio Scali (ingegneria chimica Università di Pisa), il professor Marco Carcassi (docente di Sicurezza e analisi del rischio alla facoltà di ingegneria di Pisa) e l’ingegner Giovanni Bargagli Stoffi. Le operazioni peritali partiranno il 14 febbraio prossimo a Torre. Si procederà con l’esame accurato del luogo del disastro, dove sorgevano le due abitazioni polverizzate dall’esplosione, tuttora sotto sequestro, anche con l’utilizzo di droni. Poi i tecnici avranno tre mesi di tempo per consegnare la propria relazione e presentarla in aula al giudice il 22 maggio prossimo, sempre in fase di incidente probatorio. Solo dopo questa fase che prevede l’esame e il controesame dei periti, sarà possibile una prima scrematura dei 37 indagati da parte della Procura. Il pubblico ministero titolare dell’indagine è il dottor Antonio Mariotti, mentre il giudice per indagini preliminari è il dottor Alessandro Trinci. I quesiti formulati ai tecnici dal gip Trinci sono sostanzialmente quelli già presenti nella richiesta del PM Mariotti, ma non compaiono più il riferimento a una valutazione dei tecnici sulla ricostruzione operata sul posto dalla polizia giudiziaria, né la richiesta di esprimersi sui singoli profili di responsabilità a carico degli indagati. Intanto emerge un elemento piuttosto singolare dalle indagini. Proprio la mattina del 27 ottobre, Gesam aveva aumentato la pressione nella condotta del gas, per far fronte alla crescente richiesta dovuta alle prime accensioni degli impianti di riscaldamento. Una coincidenza o una concausa in un impianto danneggiato o difettoso? La parola ai periti. Paolo Pacini