"San Luca in tilt per colpa del batterio killer"

L’allarme del sindacato degli infermieri Nursind: «Ci sono 25 ricoverati infetti». Ma l’azienda ribatte: «Non c’è nessun problema»

Ospedale

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Lucca, 25 ottobre 2019 - Il grido d’allarme arriva forte e chiaro dagli infermieri Nursind del San Luca: «L’Ospedale è al collasso, l’area medica ha 25 pazienti infetti da isolare, molti di questi affetti da New Delhi». Non basta più la cellula dove l’Asl aveva previsto di concentrare i casi, che conta solo 13 letti. I ricoverati infetti in queste ultime settimane sono saliti a 25 e presuppongono tempistiche e accortezze particolari da cui non si può prescindere. Per esempio quella di indossare mascherina, copriscarpe, guanti, abbigliamento adeguatamente protettivo. Il tempo vola, le necessità di assistenza crescono, ma gli organici sono all’osso, denuncia il Nursind. «La situazione all’Ospedale San Luca sta diventando sempre più insostenibile, i reparti stanno “scoppiando”, i pazienti da isolare positivi ai nuovi “superbatteri” resistenti agli antibiotici sono sempre più numerosi. La situazione, crediamo che stia sfuggendo di mano – denuncia Roberto Pasquinelli, segretario territoriali NurSind Lucca – e la direzione non ha compreso che per assistere questa tipologia di pazienti è necessario più personale». Il sindacato non vuole seminare allarmismo ma il ‘new delhi’ è una drammatica novità che in queste dimensioni – buona parte dei 25 ricoverati infetti – è difficile da gestire. «Non è possibile continuare in questo modo, a malapena hanno aumentato un oss nelle 12 ore diurne nella sola cellula dedicata dove sono ricoverati 13 dei 25 pazienti infetti. Una goccia, palesemente insufficiente per la tipologia di assistenza da erogare. Hanno lasciato invariata la dotazione organica del turno notturno non considerando l’aumento delle attività da svolgere». Il personale è stremato – continua la nota– , durante il giorno e la notte è un continuo spostamento di pazienti da un settore all’altro, in quanto la cellula dedicata è insufficiente e i degenti vengono ricoverati anche negli altri setting dove non sono presenti persone affette da questa malattia infettiva. Nel setting B, dove è presente la cellula dedicata per questa tipologia di pazienti, ieri l’altro erano presenti ben 16 degenti isolati e questo significa che il personale ogni volta che entra in una stanza deve vestirsi con camice, cappellino, maschera e talvolta anche sovrascarpe per poi rispogliarsi subito a fine trattamento e così via per le svariate volte che è necessario prestare cura a quel paziente». Altro aspetto è l’incolumità degli operatori sanitari «Ci sembrerebbe opportuno sottoporre gli stessi operatori ad accertamenti diagnostici, per prevenire ulteriori contagi e salvaguardare la salute di tutto il personale addetto all’assistenza coinvolto». L’Asl risponde che il personale è stato incrementato di 12 infermieri nelle varie aree del San Luca (terapia intensiva, subintensiva, area chirurgica). «Sulla dotazione organica notturna è vero che c’è una riduzione, legata ad una significativa diminuzione delle attività assistenziali – ammette l’azienda – ma in caso di aumento del carico di lavoro (per un qualsiasi motivo) viene attivato l’infermiere reperibile dell’area di interesse.L’assistenza infermieristica all’ospedale S. Luca è quindi erogata in totale sicurezza sia per i pazienti che per gli operatori e viene monitorata in tempo reale per le difficoltà che possono emergere giornalmente». © RIPRODUZIONE RISERVATA