Acque gelide, fratture e burroni. Il volto Orrido dell’avventura

Turisti e non solo: da giugno record di salvataggi nel canyon

Le acque gelide del Rio Pelago

Le acque gelide del Rio Pelago

Lucca, 13 agosto 2018 - L’Orrido di Botri, Bagni di Lucca, è il più grande e profondo canyon della Toscana, la sua bellezza è inestimabile sotto il profilo naturalistico: è normale che migliaia di visitatori siano attratti dall’avventura garantita da una sua visita. Come ogni altro luogo mantenuto integro e selvaggio nasconde però non poche insidie. La dimostrazione di questo è il numero di interventi di soccorso che si susseguono con frequenza impressionante ogni anno e non accennano a diminuire.

Questo nonostante alcune regole maggiormente ferree per l’accesso imposte dal corpo dei Carabinieri per la Biodiversità di Lucca, l’ufficio territoriale gestisce l’oasi naturale, decise proprio per aumentare la sicurezza dei visitatori, oltre che per proteggere la ricchezza faunistica della Riserva. L’accesso dal primo giugno scorso è infatti limitato a un massimo di 300 accessi giornalieri, mai più di 200 escursionisti in contemporanea, e per le visite con le squadre esperte dei Forestali massimo 15 visitatori alla volta.

Regole che vanno a sommarsi all’obbligo di calzare un casco protettivo e calzature adeguate, ma che tuttavia non impedisce che lungo l’alveo del Rio Pelago, torrente dalle acque gelide che attraversa il canyon, entrino persone non adeguatamente preparate fisicamente o anche, non pronte mentalmente ad affrontare aree impervie e particolarmente scivolose.

Le tappe del percorso danno già indicazioni sulle graduali difficoltà, anche se, spiega una guida ambientale di Ponte a Gaio, zona da dove partono le escursioni, spesso dobbiamo sconsigliare persone che si avventurerebbero oltre il percorso più semplice. Da qui le frequenti richieste di soccorso effettuate con l’ausilio del servizio regionale Pegaso, per fratture agli arti superiori e inferiori, traumi cranici e facciali, per non parlare di escoriazioni, contusioni e ferite causate dalle cadute. Solo per ricordare alcuni recuperi degli ultimi giorni, togliendo la disavventura degli 8 escursionisti bloccati a causa della piena del Rio Pelago, segnaliamo quello di ieri alla turista spagnola, frattura alla spalle e trauma cranico, la turista belga di 51 anni con lussazione della spalle e frattura alla tibia di sabato scorso, Pegaso e Sast stazione Lucca, la giovane infortunatasi il 7 agosto alla caviglia sempre recuperata dall’elisoccorso e la miriade di interventi di fine luglio.

Fiorella Corti