Il plotone degli insegnanti precari in provincia, certificato con l’ultima chiamata avvenuta mercoledì sera, è di ben 1.371 supplenti appena nominati tra infanzia, primaria e sostegno. “Una cifra che comprende anche gli spezzoni di orario – spiega Antonio Mercuri (nella foto), segretario provinciale della Flc-Cgil –, e tante nomine sul sostegno ancora una volta all’insegna del precariato. Un principio che purtroppo investe la scuola dai vertici alla base. Il bicchiere mezzo pieno è la partenza, stavolta in anticipo per quanto riguarda le assegnazioni. Ma, purtroppo, la scuola resta sempre basata sulla precarietà e sulla perdita di continuità“. Anche per gli Ata il quadro non cambia. “Su un organico generale degli Ata solo un terzo dei posti è andato a ruolo, proporzione che si ripresenta anche per altri comparti essenziali della scuola“. I Dsga, ad esempio, ovvero i dirigenti degli uffici amministrativi nelle scuole, figura chiave nella gestione. “Sono tanti i posti scoperti andati a reggenza per i Dsga, una ventina su 54“. E sui dirigenti scolastici? “Su 54 istituti in provincia,13 sono andati in reggenza. E mi riferisco – sottolinea Mercuri – anche a scuole che hanno un certo dimensionamento. Come la preside del Vallisneri che ha preso in reggenza anche l’istituto di Forte dei Marmi“.
“L’Ufficio scolastico regionale della Toscana ha autorizzato solo 839 deroghe contro le 2.623 del Piemonte e le 2.479 dell’Emilia Romagna a fronte di situazioni simili.” A denunciarlo in questo caso è la Cisl Scuola Toscana, in una nota della Segreteria regionale. “Siamo, ormai da anni, in attesa di uno straccio di risposta da parte dell’Usr Toscana sulle motivazioni che possano spiegare una tale, eclatante, differenza nella richiesta di organico aggiuntivo Ata fatta al Ministero da parte di Uffici scolastici regionali di regioni sostanzialmente simili per numero di istituti alla Toscana. Sono state ancora una volta disattese le richieste dei dirigenti scolastici e dei dirigenti degli Ambiti territoriali che avevano chiesto più personale Ata. Un atteggiamento di sorda chiusura”.
Laura Sartini