Condannata per aver offeso una donna sui social network

Le due donne neanche si conoscevano nella ”vita reale”, ma una era seguace dell’altra su Facebook

Condannata per offese sui social network

Condannata per offese sui social network

Lucca, 26 febbraio 2022 - Condannata alla pena pecuniaria di 600 euro per il reato di diffamazione per aver offeso una donna su facebook. La sentenza è stata emessa ieri dalla giudice Michela Boi, al termine di una dibattimento che ha visto salire sul banco degli imputati una donna di 59 anni originaria di Capannori. La quale è stata riconosciuta come l’autrice di una serie di frasi ingiuriose comparse sul social network facebook nei confronti di una donna originaria della Emilia Romagna.

La cui ”colpa” secondo la capannorese era stata quella di essersi riaccompagnata dopo la morte del marito. A quanto è stato possibile appurare le due donne neanche si conoscevano nella ”vita reale”, ma una era seguace dell’altra su facebook. In particolare, l’autrice della diffamazione ”seguiva” la pagina della emiliana che da tempo era impegnata a sostenere la battaglia contro una terribile malattia del proprio figlio. Da qui la capannorese veniva aggiornata anche sulle questione private rese pubbliche dalla donna. Come quando, a un certo punto, c’è stata la scomparsa del marito, al quale è seguito l’inizio di una nuova relazione. Ma alla 59enne qualcosa non era andato giù e aveva iniziato a infamare l’altra con post e commenti sempre più pesanti su facebook.

Fino a quando la donna emiliana non ha deciso di dire basta e rivolgersi alla polizia postale che, dopo alcune indagini, è risalita all’idendità della capannorese e l’ha denunciata. Ieri, appunto, la sentenza della Boi a conferma che ciò che si dice sui social network ha una propria valenza come se venisse pronunciato nella vita reale.

Con le sue frasi la donna faceva pesanti allusioni al comportamento tenuto dall’altra in seguito alla morte del marito. Frasi che forse riteneva non lesive della persona, magari perché pronunciate in una contesto così particolare come quello dei social network. Dove invece le offese hanno lo stesso ”peso” che nella vita di tutti i giorni.