Denutrita e disidratata. Neonata morì dopo 15 giorni: assolti i genitori

Il tragico caso risale al maggio 2015. Per il giudice la coppia di 35enni non se ne rese conto. L'accusa era omicidio colposo

Tribunale (foto d'archivio)

Tribunale (foto d'archivio)

Lucca, 21 gennaio 2020 -  L’accusa era pesante come un macigno: omicidio colposo nei confronti della figlioletta morta dopo appena due settimane. Ma alla fine i genitori della piccola sono stati assolti ieri dal giudice Giuseppe Pezzuti “perché il fatto non costituisce reato“. Una sentenza che mette un primo punto fermo a una vicenda complessa e soprattutto molto dolorosa al di là delle considerazioni giudiziarie. La coppia, sui 35 anni, lui operaio e lei casalinga, difesa dall’avvocato Veronica Nelli, abita in Brancoleria ed era finita sotto processo perché la Procura riteneva i genitori responsabili della morte della figlioletta: una neonata di appena 15 giorni, deceduta il 3 maggio 2015 all’ospedale Santa Chiara di Pisa dove era stata trasferita d’urgenza dal San Luca, nella speranza di poterla salvare. Il pm Giuseppe Amodeo ne aveva chiesto e ottenuto il rinvio a giudizio per omicidio colposo, in quanto la coppia avrebbe omesso “ogni necessario controllo sanitario nei confronti della neonata, dal momento della nascita, non permettendo la tempestività della diagnosi della patologia in essere, resa evidente dalla perdita di peso”. Quale patologia? Una fortissima denutrizione e disidratazione. In altre parole: la bimba piangeva tantissimo, era denutrita, ma i due genitori non avrebbero colto il segnale d’allarme.  

Tre giorni prima del fatale 3 maggio 2015, i genitori avvisarono il 118 constatando che la bimba piangeva molto e aveva un colore sospetto. Ma era troppo tardi. Quando, la neonata fu portata in ospedale, prima a Lucca e poi a Pisa, era troppo tardi. Per il consulente della Procura, aveva perso notevolmente peso e non era stata nutrita a sufficienza, né idratata. Una morte che lasciò sotto choc gli stessi genitori, che peraltro hanno altri due figli in età scolare, in perfetta salute. La madre, interrogata, aveva dichiarato di aver allattato regolarmente la figlioletta e di non essersi accorta, come del resto il padre, che la neonata, invece di crescere, stava perdendo pericolosamente peso. Un approccio che secondo il pm, che si era avvalso delle indagini della squadra mobile della questura, configurava gravi negligenze e incuria, tali da meritare un processo penale. La difesa, sostenuta dall’avvocato Veronica Nelli, ha puntato tutto sulla buona fede dei genitori, una famiglia semplice ma non degradata, che ha cresciuto altri due figli in modo regolare e che non aveva dato sufficiente peso ai segnali di malessere della neonata. Quando si resero conto delle precarie condizioni della piccola, era ormai troppo tardi. Assolti in tribunale ma condannati a vita da quel rimorso senza fine. © RIPRODUZIONE RISERVATA