Nano-particelle di rame anti-Covid. Ricerca Kme a braccetto con il Cnr

Nello stabilimento di Fornaci di Barga si studiano nuove tecnologie per arrivare alla produzione di uno spray in grado di proteggere le superfici e renderle inattaccabili dai virus e dai batteri

Claudio Pinassi, amministratore di Kme, segue lo sviluppo delle nano particelle di rame

Claudio Pinassi, amministratore di Kme, segue lo sviluppo delle nano particelle di rame

Barga (Lucca), 2 marzo 2021 - Sta facendo passi importanti in avanti il progetto che coinvolge Kme ed il Cnr per studiare l’utilizzo del rame e delle sue leghe quale arma antibatterica ed antivirale con una forte implicazione anti-Covid. L’obiettivo è arrivare a utilizzare i processi produttivi della Kme di Barga – dove già usano le nano particelle a base di rame – per realizzare uno spray in grado di formare una barriera anti-virale per tutti i tipi di materiali. Di questi studi se ne parla dal maggio scorso, quando proprio La Nazione annunciò la collaborazione avviata tra l’istituto di Biofisica del Cnr e la Kme Italy: una convezione per attività di collaborazione scientifica con un occhio fortemente rivolto verso la lotta al covid-19 tra le altre cose.

Un laboratorio di Kme L’obiettivo è sviluppare rivestimenti superficiali (possibilmente attraverso applicazione spray) in rame e sue leghe per applicazioni antivirali, antibatteriche ed antimicotiche su superfici solide e di geometria regolare, nonché su superfici flessibili ed irregolari per materiali quali, tessuti, tessuti-non-tessuti, plastiche, legno, metalli, carta ed altri, principalmente sotto forma di nano-particelle. Che il rame e le sue leghe abbiamo importanti effetti contro virus e batteri lo si sa da secoli ma ora, annunciata dallo stesso Ad di Kme Claudio Pinassi, l’Università di Pisa ha certificato che goccioline di saliva o muco (droplet) con carico virale Covid 19, su una superficie di rame scompaiono per l’85% in 10 minuti (per il 100% in un’ora) e che sulle superfici rigide non c’è nulla di efficace come il rame, anche quando esso, o le sue leghe, di ossidano. L’impiego di rame e leghe di rame come antivirali è già una realtà peraltro: già ora maniglie e tubi di sostegno delle navette degli aeroporti di Malpensa e Linate vengono sostituiti con tubi e prodotti con il marchio di Kme (SaCup) e sulle sbarre dei carrelli portabagagli viene applicata una pellicola sempre col nuovo brand di Kme.

La mensa aziendale di Kme con divisori in rame, il materiale più sicuro contro il Covid A Fornaci viene usata una barriere di rame anti-contagio nella mensa dei lavoratori dello stabilimento. Per l’impiego delle nano particelle invece si valicherebbe un’altra frontiera; lo studio è partito appunto sei mesi fa e ora comincia a delinearsi anche se i primi risultati veri si avranno forse tra un anno. Davvero si aprirebbero vere autostrade di produzione anche perché la Kme con la nuova linea SaCup ha ottenuto la certificazione del laboratorio di virologia dell’Università di Pisa e punta a sbarcare o a crescere in diversi segmenti che aprirebbero altrettante strade produttive: maniglie di sostegno negli autobus, letti di ospedale, maniglie nei locali pubblici e desk condivisi, tutte quelle superfici che sarebbe ideale se diventassero virus-free.